Se vi foste persi questa notizia, sappiate che il prezzo delle uova negli Stati Uniti è schizzato alle stelle. Colpa, soprattutto, dell’influenza aviaria – ma non solo. E se le uova a stelle e strisce scarseggiano e i costi aumentano, gli USA guardano al cestino dell’Europa, cercando oltreoceano la soluzione ai loro problemi. Così il dipartimento dell’agricoltura statunitense ha fatto un giro di chiamate per chiedere agli Stati europei se fossero disposti a esportare un po’ di uova per dare una mano; ma questi gli hanno praticamente chiuso il telefono in faccia.
A caccia di uova in UE
Le prime richieste sono arrivate alla Danimarca, seguita da Francia, Germania e altri Paesi europei. Anche l’Italia è stata corteggiata dagli Stati Uniti per sapere se fosse disponibile a dare una mano con la faccenda. Di tutte le regioni italiane, il prescelto sembra essere il Veneto, tra i maggiori produttori ovaioli dello Stivale. L’America non ha però fatto i conti con la realtà dei fatti: l’influenza aviaria, seppur in misura minore, sta colpendo anche l’Europa e le uova prodotte sono al momento destinate al consumo interno.
“Pure noi siamo al limite con la produzione e non possiamo garantire un approvvigionamento. L’epidemia aviaria è stata pesante anche in Italia, anche se non come negli Stati Uniti”, dice Michele Barbetta, presidente del settore avicolo di Confagricoltura Veneto. “Dall’autunno sono state abbattute 4 milioni di galline ovaiole su 41 milioni, concentrate principalmente negli allevamenti in Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, pari al 10%. […] Quello che rimane è quasi tutto destinato al consumo nazionale”.
Insomma, di uova per gli States non ce n’è, men che meno dopo le minacce dei dazi al 200% lanciate da Trump. Lo ricorda Federico Caner, assessore veneto all’agricoltura, che però lascia aperto uno spiraglio alla possibilità di esportare le uova d’oro: “Noi, in un contesto di economia globale per l’agroalimentare, gliele forniamo volentieri, anche se pure qui la situazione è complessa. Gli Usa si ricordino però che il mercato è mondiale e senza confini, e questa ne è l’ennesima dimostrazione: gliene facciamo memoria una volta in più, visto che parlano di dazi sull’import quando da loro una confezione di uova costa già oggi oltre 8 dollari”. Già che si parla di uova e di aviaria, Caner ne approfitta per tirare in ballo le poco astute dichiarazioni di Kennedy sull’idea di lasciar correre il virus indisturbato a caccia di una fantomatica immunità degli uccelli; dichiarazioni che tutti si augurano finiscano nel dimenticatoio.