Gli Stati Uniti frenano sull’alcol: non più di due birre a settimana

Pare che gli Stati Uniti siano intenzionati a stringere sul consumo di alcol, adattandosi al modello canadese.

Gli Stati Uniti frenano sull’alcol: non più di due birre a settimana

Pare che gli Stati Uniti abbiano intenzione di avviarsi a seguire l’esempio tracciato a inizio anno dalle autorità canadesi – una revisione delle linee guida governanti il consumo di alcol che limita la quantità consigliata ad appena due birre (o due drink, per usare una terminologia più ufficiale) alla settimana. Badate bene, però: al momento, per quanto concerne la stampa internazionale si tratta ancora di voci di corridoio. Basti dare un’occhiata alle pagine del DailyMail, dove si scrive che i funzionari sanitari a stelle e strisce avrebbero confidato – notare l’uso del condizionale – l’intenzione dell’USDA di ricalcare l’esempio canadese ampliandolo anche agli Stati Uniti.

Stati Uniti e consumo di alcol: un tentativo di ridimensionamento

alcol

Parola alle autorità, dunque. Il dottor George Koob, professore ed ex presidente del comitato sulla neurobiologia dei disturbi da dipendenza presso lo Scripps Research Institute nonché direttore dell’Istituto nazionale sull’abuso di alcol e l’alcolismo, ha ammesso di stare seguendo con particolare interesse il “grande esperimento” canadese. “Se dovessero emergere dei benefici tangibili per la salute” ha spiegato al DailyMail “credo che potremmo iniziare a rivalutare la nostra posizione [degli Stati Uniti, ndr] a riguardo”.

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Tanto per intenderci, le attuali raccomandazioni statunitensi dicono che le donne possono bere fino a una bottiglia di birra, un bicchierino di vino o un bicchierino di liquore al giorno mentre gli uomini possono azzardarsi a berne due – linee guida nettamente più rilassate rispetto a quelle dei vicini di casa -; e saranno riviste nell’ormai prossimo 2025.

La direzione del cambiamento, come accennato, pare tuttavia già decisa: “Non aumenteranno, questo è certo” ha spiegato Koob. “Se ci sarà un cambiamento, sarà verso la direzione del Canada”. D’altro canto, per quanto quello del consumo di alcolici possa apparire come un argomento delicato (specialmente per chi, come gli italiani, fanno del bicchiere che accompagna il pasto un valore aggiunto culturale), è stato ampiamente provato che sia nocivo per la salute.

Un recente studio su questo argomento, ad esempio, ha rilevato una qualsiasi quantità – sì, anche il proverbiale bicchierino di rosso “che fa bene al cuore” – di alcol è in grado di stimolare il rischio di oltre sessanta malattie; mentre le cosiddette “etichette sanitarie”, che informano i consumatori delle conseguenze negative legate al consumo di alcol, sono ormai diventate legge nonostante la fiera – e non sempre limpida – opposizione da parte del blocco di Paesi produttori europei, con Spagna, Francia e Italia che si sono impegnate a portare avanti il vessillo del “consumo è diverso da abuso”.