Gli sprechi alimentari sono in calo, ma non perché siamo più virtuosi

Gli sprechi alimentari sono in calo, il che è una buona notizia. Solo che non è che sono in calo perché siamo più virtuosi, anzi, il motivo è decisamente più desolante

Gli sprechi alimentari sono in calo, ma non perché siamo più virtuosi

Due recenti analisi hanno dimostrato come gli sprechi alimentari siano in calo in Italia. Il che, in teoria, dovrebbe essere una buona notizia. E lo sarebbe, se non si andasse poi a leggere tra le righe il perché di questo calo. Ebbene, gli sprechi alimentari in Italia sono diminuiti non perché siamo improvvisamente diventati più virtuosi, ma solo perché i consumi sono calati a causa dell’inflazione e dei rincari.

Sprechi alimentari e consumi: uno strano rapporto

sprechi alimentari

Parlavamo di due indagini. La prima è quella voluta dalla campagna Spreco Zero di Last Minute Market e realizzata da Waste Watcher, International Observatory on Food & Sustainability grazie anche al monitoraggio di Ipsos/Università di Bologna. La trovate qui.

Questa prima indagine ha parlato di un calo degli sprechi alimentari del -25% rispetto a un anno fa.

La seconda, invece, è quella realizzata dal Centro studi Divulga utilizzando dati Eurostat: praticamente qui l’Italia è al terzo posto in Europa per quanto concerne la quantità di cibo buttato via e perso, con 146 kg pro capite sprecati ogni anno.

Il monitoraggio del primo studio, quello della campagna Spreco Zero, ha interessato otto Paesi:

  • Italia
  • Spagna
  • Francia
  • Germania
  • Olanda
  • Regno Unito
  • Stati Uniti
  • Azebaijan

Dai dati è emerso come lo spreco alimentare sia sì crollato in tutti i Paesi esaminati, ma solo a causa dei rincari e dell’inflazione che pesano sui cittadini e che li hanno costretti a ridurre i consumi e la spesa nel carrello. Per esempio, negli Stati Uniti lo spreco alimentare è sceso del 35%, ma solo perché gli americani comprano di meno.

Idem dicasi in Italia, dove lo spreco è calato del 25%, arrivando a 469,4 grammi settimanali pro capite. E sempre per lo stesso motivo: compriamo di meno per via dei rincari, dunque sprechiamo di meno.

In Europa, solo Spagna e Francia hanno sprechi minori rispetto a noi: in Spagna siamo a 446 grammi a setitmana, mentre in Francia a 459 grammi. La Germania ha ridotto gli sprechi del 43%, arrivando a 512,9 grammi a settimana, mentre il Regno Unito si ferma a 632 grammi settimanali. Peggio va in Azerbaijan, con 1116,3 grammi sprecati a settimana pro capite.

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Più o meno allineata anche l’analisi del Centro studi Divulga: l’Italia è al terzo posto in Europa per il quantitativo di cibo buttato via, arrivando a 8,65 milioni di tonnellate all’anno. Germania e Francia sono peggio di noi, con 10,9 milioni di tonnellate e 9 milioni di tonnellate, mentre Spagna e Polonia arrivano a 4,26 milioni di tonnellate e 4 milioni di tonnellate.

Per quanto riguarda l’Italia, la maggior parte degli sprechi alimentari avviene nelle famiglie: si parla del 73% del totale degli sprechi. In filiera, invece, gli sprechi si attestano sul 21%.