Weston McKennie, per chi fosse poco avvezzo al mondo calcistico, è un calciatore della Juventus originario del Texas. Ebbene, durante una puntata del 19F.Podcast, mentre parlava della sua vita in Italia, ha dichiarato che l’Italia ha una mentalità chiusa, tutta incentrata sulla tradizione. E ha fatto un esempio semplice: lui adora mangiare la pasta con pomodoro, pesto e pollo, piatto che però viene schifato qui in Italia anche da chi, in realtà, non lo ha mai provato.
Non lo avesse mai detto, ecco che si è scatenato il finimondo, con tanto di risposta piccata di Walter Zenga che ha, alla fine, confermato quanto stava dicendo McKennie: che abbiamo una mentalità chiusa.
Pasta pesto, pomodoro e pollo? Per McKennie è ok
Walter Zenga ha riassunto l’italico pensiero ribattendo alle parole di McKennie in maniera tale da confermare quanto detto dal calciatore: “Innovazione? Pasta, pesto, pomodoro e pollo? Preferisco tenermi la mia tradizione e la mia mentalità chiusa”.
Parole quelle di Zenga che hanno trovato molto sostegno, ma che ci lasciano sempre un po’ perplessi. In fin dei conti McKennie non ha mica detto di voler sostituire tutta la pasta del mondo con la sua variante al pesto e pomodoro (e pollo, non dimentichiamoci del pollo). Aggiungere non vuol dire eliminare qualcosa. La pasta tradizionale rimarrà lì dove è sempre stata, affiancata da altre varianti che possono piacere o meno, ma che nessuno ci costringe a mangiare. Il che è un po’ lo stesso discorso della pizza con l’ananas: aggiungerla al menu non vuol dire né obbligare tutti a mangiarla, né far sparire quelle della tradizione. È solamente un qualcosa di più che si può provare o ignorare.
Bisogna però dire che McKennie ha sempre manifestato dei gusti un po’ particolari per quanto riguarda la pasta. Nel 2021 su Prime Video era andato in onda il documentario “All or nothing” in cui, ad un certo punto, McKennie discuteva di pasta con il compagno Chiellini.
Mentre Chiellini, da bravo italiano, aveva dichiarato di amare la pasta, ecco che McKennie aveva spiegato che piaceva anche a lui, ma solo se ci aggiungeva un biscotto, un brownie o un hamburger. Inoltre, parlando di condimenti, aveva spiegato che pasta e verdure non faceva per lui, ma che se si parla di aggiungere salsa allora se ne poteva parlare.
Chiellini aveva provato a difendere l’olio d’oliva elevandolo a miglior condimento, ma McKennie aveva prontamente ribattuto chiedendogli se avesse mai provato la salsa ranch, sostenendo che, di solito, loro negli USA la utilizzano per condire l’insalata, ma che se la si metteva sulla pizza, era il top.
McKennie aveva avuto da ridire anche sul caffè, rivelando che se beveva un espresso se la “faceva addosso”.
Ma adesso, il discorso sulla mentalità chiusa, è un po’ più ampio. McKennie ha usato la pasta come esempio. Nel podcast, infatti, ha ricordato che quando lui era arrivato nel mercato calcistico italiano tutti avevano cominciato a tirare fuori i soliti luoghi comuni sul fatto che era americano e non poteva giocare a calcio. Ma adesso in Italia ci sono tanti giocatori americani. Quindi questo conferma la sua teoria sulla chiusura mentale degli italiani.
Che poi, diciamocelo: chi fra le mura di casa, protetto da occhi indiscreti, non ha qualche guilty pleasure gastronomico del genere? Guilty pleasure magari non proprio canonico e tradizionale. E poniamoci un quesito: siamo così poco sicuri dei nostri prodotti che sentiamo il bisogno di chiuderci a riccio ogni qual volta qualcuno propone una variante diversa?