Gli integratori alimentari a base di aloe sono vietati in tutta Europa. E questo grazie a un nuovo Regolamento entrato in vigore lo scorso 8 aprile che mette un freno alla vendita di prodotti contenenti aloe-emodina. Anzi, più precisamente la Commissione europea ha vietato i prodotti che contengono derivati dell’idrossiantracene, presente naturalmente nell’aloe.
Tutto inizia nel 2018 quando l’Efsa aveva sottolineato che non c’erano a disposizione dati certi per quanto riguardava la sicurezza di tali prodotti. Così nel 2020 la Commissione Europea aveva lanciato una proposta per vietare l’aloe a causa di problemi di sicurezza: in pratica limitava l’uso di integratori alimentari con derivati degli HAD (idrossiantracenici), contenuti sia nell’aloe che in altre piante come il rabarbaro, la senna, la frangula e la cassia.
Così lo scorso 8 aprile 2021 è entrato in vigore il Regolamento UE 2021/468 (trovate qui il testo integrale del Regolamento), il quale va a modificare l’allegato III del Regolamento del 2006 che vieta la vendita di prodotti a base di aloe-emodina, dantrone, emodina e derivati dell’idrossiantracene.
La Commissione europea ha poi spiegato il perché di questo divieto. L’Autorità europea per la sicurezza ha scoperto che i derivati dell’idrossiantracene, aloe-emodina e emodina (nonché il dantrone, sostanza analoga dal punto di vista strutturale) sono genotossici in vitro.
Idem dicasi per gli estratti di aloe, probabilmente proprio a causa della presenza di derivati dell’idrossiantracene. Invece l’aloe-emodina è genotossica anche in vivo, mentre l’estratto totale di aloe e il dantrone sono cancerogeni.
Ovviamente la decisione non è piaciuta ai produttori di integratori alimentari. La Ehpm (European Federation of Associations of Health Product Manufactures), una federazione che riunisce diverse associazioni europee di questi produttori, ha parlato di “evidenti carenze scientifiche” e chiede che sia dato più tempo per confermare la sicurezza dell’aloe. Inoltre se il Parlamento europeo approverà tale blocco, ecco che verranno persi migliaia di posti di lavoro.
A proposito, poi, di integratori alimentari, ricordate sempre il monito del Ministero della Salute: non curano, bensì bisogna mangiare bene.