A meno che non veniate da un altro pianeta, saprete sicuramente che martedì scorso gli statunitensi sono andati al voto per eleggere il nuovo presidente del Paese a stelle e strisce. Ebbene, sembrerebbe che per prepararsi alle elezioni – e soprattutto alla scoperta dei risultati – molti americani si siano dati all’alcol. Tanti proprietari di negozi di alcolici nella Grande Mela hanno raccontato di lunghe file nella giornata di martedì, giustificate dall’impellenza di festeggiare (o meno) l’ascesa al trono della Casa Bianca del proprio candidato. Diciamo “festeggiare o meno” non a caso, perché a quanto pare parecchie persone hanno acquistato due bottiglie ciascuna: una in caso di vittoria e l’altra in caso di sconfitta. L’avranno visto come un premio di consolazione?
Una bottiglia per festeggiare e un’altra… per consolarsi?
Quindi gli americani nel giorno delle elezioni vanno in enoteca e acquistano una buona bottiglia di Champagne per l’occasione. Come se noi lo scorso giugno fossimo andati a scegliere delle bollicine per celebrare le elezioni europee – immaginate la scena. Eppure è andata proprio così negli States e lo raccontano alcuni proprietari di negozi di alcolici ai colleghi del New York Post.
Nella Grande Mela anche le enoteche ben equipaggiate di personale hanno registrato lunghe code di gente intenta a selezionare un vino (o meglio, due) per festeggiare o meno le circostanze. Le giornate di lavoro hanno iniziato a essere impegnative già nel weekend, raccontano i proprietari dei liquor store, ma martedì c’è stato il picco di affluenza; in particolare nel tardo pomeriggio, all’uscita dal lavoro.
E il vino, appunto, è stato l’alcolico più scelto. Il fenomeno non è del tutto nuovo agli occhi dei commercianti, alcuni dei quali raccontano di situazioni simili anche durante gli election day del passato. La novità, a quanto pare, consisterebbe in una strana tendenza osservata proprio dagli enotecari. Gli americani in ansia da elezione non solo acquistavano una bottiglia per festeggiare, in caso avesse vinto il loro candidato o la loro candidata, ma anche un’altra in caso di sconfitta.
Una sorta di premio di consolazione? Una scusa per potersi fare un bicchierino in ogni caso? Qualunque fosse il motivo, gli statunitensi faranno bene a godersi più etichette estere che possono, prima che il loro tanto acclamato 47° presidente si decida a mettere in atto i suoi “buoni” propositi sull’import con conseguente aumento dei dazi – anche su quell’ottima bottiglia di Champagne che hanno acquistato per festeggiarlo.