Una furberia, che d’altro canto (ed evidentemente) noi abitanti dello Stivale siamo noti anche per quelle: la pasta mista è illegale? O, forse peggio ancora, è una fregatura? A sollevare il dubbio è un utente di Reddit, che si rivolge direttamente agli italiani in cerca di aiuto, di consigli o di, come spiega lui stesso, di “illuminazione”.
La pasta in questione è quella a marchio Rummo. La lettura del nostro protagonista è più che eloquente: “Si tratta degli avanzi generati dalla preparazione di diversi formati di pasta, giusto?” si legge nel suo post. “Mi sembra una stupidaggine”. I suoi dubbi, però, sono anche e soprattutto di carattere culinario.
“This feels illegal”
Non è solo una questione di tagliare i costi di produzione e trovare un modo per impiegare gli scarti, in altre parole. “Chi mai la comprerebbe, e per quale scopo?” ha continuato l’utente in questione, sempre riferendosi alla pasta mista. “Credo che ogni singolo pezzo abbia un tempo di cottura diverso, e quindi si rischia di avere dei pezzi troppo cotti e altri ancora duri”.
La vicenda ci ricorda un po’ quella volta in cui il colore della Fanta italiana aveva fatto impazzire gli Americani. A onore del vero va detto che almeno una delle sue intuizioni è di fatto corretta: la leggenda vuole che le origini della pasta mista siano di fatto umili, e che affondino in quella concreta capacità di arrangiarsi che deriva dal bisogno di riempirsi la pancia. Non a caso, infatti, molte delle ricette che la vedono come protagonista impiegano ingredienti “poveri”: fagioli, lenticchie o patate, ad esempio.
La morale della favola? A Ovest, al contrario di quanto potrebbero sostenere le carte geografiche e la globalizzazione, continuano ad aprirsi praterie incontaminate e pronte a essere stupite dai nostri prodotti: ai pastifici italiani l’onore e l’onere di colonizzarle, con un pacco di pasta mista alla volta.