Gli allevatori di bestiame e i lavoratori impiegati nell’industria della carne mangiano meno bistecche degli altri: un paradosso ma neanche tanto, visto che evidentemente sono quelli che conoscono più da vicino certi elementi e certi meccanismi. Lo rivela uno studio pubblicato nell’uscita di dicembre 2021 di Appetite e anticipato da Science Direct.
Che il consumo di carne vada ridotto lo stiamo capendo più o meno tutti: per motivi legati alla salute personale, al benessere animale, al riscaldamento globale. Lo hanno capito anche i governi, che stanno prendendo sempre più iniziative per spostare le preferenze alimentari dei cittadini verso una dieta dove i vegetali abbiano un peso maggiore. Ovviamente questa transizione per quanto lenta non è priva di contraccolpi, e una delle perplessità è: come reagiranno gli allevatori e quelli che con la carne ci lavorano, persone che rischiano di perdere il lavoro, e tutto il loro mondo? Ebbene, si scopre nello studio, forse queste sono preoccupazioni eccessive, perché gli impiegati dell’industria alimentare hanno una consapevolezza per certi versi maggiore della media.
Lo studio presenta “analisi secondarie di dati qualitativi e quantitativi per evidenziare alcune delle incertezze e ambivalenze sulla produzione di carne avvertite in tutta la comunità agricola. I dati dei sondaggi provenienti da Francia e Germania rivelano che in entrambi i paesi, coloro che lavorano nell’industria della carne hanno tassi significativamente più alti nella tendenza a evitare la carne rispetto a coloro che non lavorano nell’industria. Mentre che non è nell’industria della carne ha maggiori probabilità di citare preoccupazione per gli animali o l’ambiente, i lavoratori dell’industria della carne citano più spesso preoccupazioni per la salubrità o la sicurezza dei prodotti. Allo stesso tempo, le interviste con le persone che allevano animali per vivere suggeriscono che le preoccupazioni morali tra gli agricoltori stanno crescendo ma rimangono in gran parte nascoste; parlarne apertamente è sentito come una forma di tradimento”.