Gli agricoltori francesi hanno letteralmente messo alcuni paesi sottosopra

La protesta degli agricoltori francesi coinvolge anche le campagne, che sono state messe sottosopra. Letteralmente.

Gli agricoltori francesi hanno letteralmente messo alcuni paesi sottosopra

Interi paesi messi sottosopra – letteralmente e in tutti i sensi, ecco. Continuano le proteste degli agricoltori francesi, artefici di una delle più eloquenti dimostrazioni di disordine civile su larga scala degli ultimi tempi. La definiamo “eloquente”, sì, e come darci contro? Intasare autostrade e vie di comunicazione – strategia collaudatissima, come i cittadini di Parigi possono certamente confermare – è un buon inizio, ma altro non è un semplice antipasto di una più ampia e feroce protesta che è sfociata, tra le altre cose, nello scarico di quintali di letame, paglia, pneumatici usati e altri rifiuti nei paraggi di alcuni punti vendita di McDonald’s e Burger King o ancora uffici statali ed edifici pubblici.

Un gran bel pasticcio, insomma. La protesta degli agricoltori francesi è per di più capillare e perfettamente estesa, e non si sviluppa solo ed esclusivamente di fronte all’occhio dell’attenzione pubblica, ma anche nelle strade di campagna. Strade che sono finite sottosopra, per l’appunto.

La protesta degli agricoltori francesi nelle campagne

agricoltori francesi letame

Ok, dobbiamo ammetterlo – vi abbiamo preso un poco in giro. Badate bene, tutto ciò che vi abbiamo raccontato fino a questo punto è vero e puntualmente riportato da testate italiane e internazionale; ma a leggere il nostro riassunto è plausibile che, immaginando lo stato delle strade di campagna finite sottosopra, abbiate visualizzato una sorta di passaggio degli Unni. Ecco, non è andata proprio così.

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Ve la facciamo semplice. Gli agricoltori francesi – simpaticoni – si sono limitati a svitare le targhette che identificano i nomi delle strade o i cartelli che indicano i nomi dei paesi, a capovolgerle e poi a riavvitarle come se niente fosse. Sottosopra, letteralmente.

Una mossa che, naturalmente, è mossa da simbolismo e strategia. Ma prima un poco di ordine: la protesta degli agricoltori francesi è – come spigano i colleghi di Europa Today – “contro il governo, la troppa burocrazia e la lentezza con cui vengono esborsati i fondi comunitari agli agricoltori, con particolare attenzione alla “fine dell’esenzione fiscale per il gasolio, la mancanza di visibilità per l’agricoltura biologica e la direzione presa dalla Politica agricola comune dell’Ue, o meglio il modo in cui viene applicata nella nazione”.

Ma torniamo a noi, e alle nostre campagne sottosopra. “Stavamo cercando di pensare ad un modo per denunciare tutte le istruzioni contraddittorie che continuiamo a ricevere”, ha spiegato a tal proposito Philippe Bardy, capo del sindacato degli agricoltori della FNSEA del Tarn. “Da noi, se qualcuno ci dice di fare una cosa un giorno e il giorno dopo il contrario, diciamo che stiamo camminando sulla testa. Da lì è nata l’idea”.

Eloquenza e la giusta dose di spettacolarità – la protesta degli agricoltori francesi continua a non deludere. Ma una domanda ci sorge spontanea: qualcuno si sarà preso la briga di rimettere tutti i cartelli a posto?