Lo so che suona strano, ma una recente indagine svolta negli Stati Uniti ha scoperto che gli adolescenti americani hanno deciso di dire stop all’alcol: a quanto pare bevono di meno. Questo, almeno, secondo quanto sostengono loro. Suona strano perché gli Stati Uniti amano gli alcolici: uno studio dell’anno scorso sosteneva che una morte su cinque negli USA fosse dovuta al consumo eccessivo di alcolici, tanto che adesso stanno cercando di frenare il loro consumo, consigliando di bere non più di due birre a settimana.
Davvero gli adolescenti americani bevono di meno?
A detta loro, sì. Anzi: molti adolescenti hanno sostenuto di non aver neanche mai assaggiato degli alcolici. Lo studio in questione ha intervistato 22.318 adolescenti. Condotto dall’Università del Michigan e finanziato dal National Institute on Drug Abuse, ecco che ha evidenziato come il consumo di alcol sia diminuito fra i giovani adolescenti americani rispetto al 2022. In realtà pare che gli adolescenti abbiano ridotto il consumo e l’uso sia di alcol che di droghe. Anzi: tale consumo si è ridotto tantissimo fra il 2020 e il 2021 quando, a causa delle restrizioni imposte per la pandemia da Covid-19, i giovani sono stati costretti a rimanere in casa.
Secondo i ricercatori, infatti, le restrizioni da pandemia hanno creato una sorta di ritardo di un anno nei modelli di consumo degli adolescenti, il che, in futuro, potrebbe portare ad adulti che abusano di meno di tali sostanze.
In realtà il consumo di alcolici fra gli adolescenti ha subito una parabola discendente sin dagli anni Novanta: con il predominare dell’era digitale, gli adolescenti sono diventati meno propensi a bere birra, vino o superalcolici.
Dati alla mano: a seconda dell’anno scolastico, le percentuali di studenti che non hanno mai bevuto alcol varia dal 47,2% al 78,5%. Andando a vedere, poi, i dati annuali degli ultimi decenni, sempre a seconda dell’anno scolastico, ecco che sono aumentati dal 24 al 42% gli alunni astemi.
La dottoressa Nora Volkow, direttrice del National Institute for Drug Abuse, nonché psichiata specializzata in dipendenze, ha spiegato che è possibile che gli adolescenti facciano affidamento ad altri rinforzi positivi, come i videogiochi, i social media e le app, praticamente delle alternative agli alcolici. Ma sottolinea che si tratta di mere speculazioni.
Concorde anche il ricercatore e psicologo presso la Stanford University, Keith Humphreys, il quale ha ribadito che gli adolescenti amercani sono meno propensi rispetto alle generazioni precedenti a usare droga, alcol o ad avere comportamenti sessuali e antisociali.