In principio fu la carne d’orso, che portò con sé l’aria di tempesta. Ora quella di cane, ma il nostro protagonista mette fin da subito le mani avanti: “Fu un’esperienza drammatica”. A parlare è Giuseppe Cruciani, giornalista noto anche e soprattutto come conduttore radiofonico de La Zanzara.
Il palcoscenico, per così dire, è quello di Supernova. A tenere le redini è Alessandro Cattelan, ma l’atmosfera finisce irrimediabilmente per riempirsi degli aneddoti, delle storie, delle irriverenze più o meno sarcastiche ma sempre nitidissime del nostro protagonista. Cruciani, per l’appunto. Ma non divaghiamo: come, dove e perché la carne di cane?
L’incontro di Cruciani con la carne di cane
Cruciani è protagonista, dicevamo; al punto che in alcuni frangenti arriva addirittura a prendere il possesso del microfono e fare domande a quello che, al netto di di colpi di scena, è di fatto il padrone di casa. Non è una partita a senso unico, in altre parole; e un po’ come nel tennis ci si alterna alla battuta: la puntata è relativamente lunga e si parla di calcio, di vittimismo internettiano, di radici e città in grado di farle riconsiderare, di anelli, delle immancabili e sempre fertili polemiche… e anche e soprattutto di carne di cane.
Si tratta, a onore del vero, di uno dei primissimi aneddoti che vedono la luce di Supernova. Il nostro prese l’aereo con destinazione Giappone e Corea per seguire per conto di Radio 24 i campionati del mondo di calcio. I nostri lettori più sportivi li ricorderanno con una certa amarezza: era il 2002.
“Nel 2002 sono andato in Corea a seguire i Mondiali di calcio” spiega. “Ho anche mangiato una volta la carne di cane: fu un’esperienza drammatica, ma bella”. Cattelan non si lascia sfuggire l’occasione: “Lì in Corea si usa o è una roba per turisti?”.
Cruciani non risponde. O meglio, lo fa ma sviando e puntando su un discorso parallelo: l’intervista mancata a Byron Moreno, famigerato arbitro ecuadoriano. Il nostro avrebbe dovuto intervistarlo in seguito alla partita dell’Italia con la Corea del Sud, ma aveva altro per la testa: “Passai una notte particolare con una mezza americana e mezza coreana, che avevo inseguito per tre giorni fottendomi del lavoro che dovevo fare”.