L’arte imita la realtà, e a volte è la realtà a imitare l’arte. Giuseppe Cederna sta lavorando come cameriere in un ristorante in quel di Karpathos, isoletta incastonata nel caldo Mar Egeo – il che, a onore del vero, sarebbe materiale già sufficiente a tenere in piedi una notizia curiosa. A rendere la vicenda ancora più particolare, e non priva di una certa ironia, è che l’attore la vita dell’isolano su un pezzetto di terra greco l’ha già vissuta. Nella misura e nell’intensità in cui la può vivere chi, di mestiere, deve interpretare altre vite; è chiaro: nel film Mediterraneo, pellicola del 1991 diretta da Gabriele Salvatores, Cederna interpretò infatti uno degli otto soldati italiani dimenticati su un’isola greca durante la Seconda Guerra Mondiale.
Da attore a cameriere: la storia di Giuseppe Cederna
Chiaro, c’è qualche doverosa – e benvenuta, immaginiamo – differenza tra le due situazioni. Nel contesto di Mediterraneo, come accennato in apertura di articolo, Giuseppe Cederna si trovò a interpretare Antonio Farina, soldato italiano dimenticato e dimentico della Seconda Guerra Mondiale che, durante gli eventi del film, si innamora di una prostituta di nome Vassilissa; mentre ora fa lo slalom fra i tavoli di un ristorante. La domanda sorge spontanea: ma come ci è finito lì?
“Con la mia compagna aiutiamo una famiglia di amici del posto” ha spiegato Giuseppe Cederna durante una breve intervista al Corriere della Sera. Hanno un orto e un piccolo ristorante. All’inizio venivamo da ospiti, poi siamo diventati di famiglia. E, si sa, chi è di famiglia lavora”. Non mancano, naturalmente, i clienti che lo riconoscono: lui non si sottrae mai alle richieste di foto, ma chiede che vengano coinvolti anche i titolari del locale.
Quella a Karpathos, di fatto, è una sorta di fuga spirituale: “Organizzo e sposto tutti i miei impegni cinematografici e teatrali per ricavare questa finestra” dice Cederna, spiegando che trascorre almeno un mese l’anno sull’isola. “Per me venire qui è una necessità quasi fisica. Non riesco a farne a meno”.
Nel tempo, Cederna è diventato una presenza fissa. “Ci hanno accolti a poco a poco, fino ad adottarci. Ho fatto anche da testimone di nozze a loro figlio, lo aspetto a Roma a dicembre. Sono un uomo fortunato, ho due famiglie nel mondo”.
Il ricordo di Mediterraneo, nel frattempo, continua naturalmente ad abitare la memoria dell’attore. “Finivamo di girare alle 18.30, poi ci spostavamo sul molo e ci sfidavamo fino al tramonto a calcio-tennis” spiega ancora Cederna. “Io sono un interista sfegatato, mentre Abatantuono, come è noto, ha il cuore rossonero. Venivano fuori battaglie all’ultimo sangue, era come se ogni volta anticipassimo il derby, come fanno i bambini”.