Giovanni Ferrero vuole acquistare Repubblica? Il gruppo Gedi dice di no

Giovanni Ferrero vuole acquisire Repubblica? L'indiscrezione arriva da Affari Italiani, ma il gruppo Gedi è fermo nella smentita.

Giovanni Ferrero vuole acquistare Repubblica? Il gruppo Gedi dice di no

Unire sotto una sola insegna la grammatica della pancia e la grammatica della stampa. Così potremmo riassumere le indiscrezioni lasciate trapelare dai colleghi di Affari Italiani, secondo le quali Giovanni Ferrero, l’uomo dietro la Nutella e saldamente in cima alla classifica dei Paperoni del nostro Paese, sarebbe di fatto interessato ad acquisire Repubblica.

Ok, l’entusiasmo è lecito, ma prima di lasciarci coinvolgere cerchiamo di fare un poco di ordine. Le soffiate, se così vogliamo definirle, riportate da Affari Italiani sono a onore del vero ricche di dettagli – si dice, tanto per fare un esempio pratico, che a vestire i panni del mediatore sarebbe lo stesso Mario Calabresi, vecchia conoscenza di Repubblica e che, se l’accordo con Ferrero dovesse rivelarsi vero, dovrebbe occupare la poltrona del direttore -; ma c’è un grande “ma”.

Tra voci di corridoio e smentite: il commento del gruppo Gedi

ferrero

A fermare gli ingranaggi delle ipotesi avanzate da Affari Italiani – ipotesi ben costruite e legittime, come vedremo più avanti – è infatti giunta una comunicazione ufficiale del gruppo editoriale Gedi, che “smentisce ufficialmente” l’indiscrezione arrivando a definirla una ipotesi “priva di fondamento”. Parole dure che lasciano poco – pochissimo – spazio all’interpretazione: per esercizio di curiosità, tuttavia, ci pare interessante dare un’occhiata all’impalcatura precedentemente eretta a sostegno della soffiata.

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Partiamo appoggiandoci alla solidità dei numeri – l’operazione, sempre stando a quanto lasciato trapelare da Affari Italiani, avrebbe avuto un valore complessivo di circa cento milioni di euro. Cifra relativamente bassa, a onore del vero, ma inequivocabilmente figlia dei tempi (il 2022, numeri alla mano, si è chiuso con un calo del fatturato del 6%; mentre le vendite, nei tre anni della direzione di Maurizio Molinari, attestano appena 68mila copie); e alla quale sarebbe stato accompagnato un piano che avrebbe previsto il prepensionamento di 46 giornalisti esperti a fronte dell’assunzione di 23 junior.

La seconda grande bolla tematica avanzata da Affari italiani riguarda la presunta volontà di John Elkann di uscire dal mondo dell’editoria nostrana. A supporto di questa tesi viene citato il passaggio de L’Espresso a Donato Ammaturo e la dichiarazione dello stato di crisi (con conseguenti prepensionamenti e ridistribuzioni) da parte della neonata Nem (Nordest Multimedia), gruppo con a capo Enrico Marchi che ha precedentemente rilevato le sette testate locali del Triveneto del gruppo Gedi.

Da qui l’idea che Repubblica, per quanto nobile, fosse il prossimo nome sulla strada del “sacrificio”; con Giovanni Ferrero apparentemente pronto alla finestra. Il gruppo Gedi, dicevamo, ha smentito tutto duramente: a noi non resta che attendere.