Giorgio Locatelli risponde alle accuse di violenza nella sua cucina raccontate nel libro di Davide Nanni

Dopo qualche mese di silenzio Giorgio Locatelli risponde alle accuse di violenza e bullismo raccontate da Davide Nanni: diamoci un'occhiata.

Giorgio Locatelli risponde alle accuse di violenza nella sua cucina raccontate nel libro di Davide Nanni

Giorgio Locatelli e accuse di violenza. Ci piace pensare che ci sarà una frangia più o meno nutrita di nostri lettori che, al leggere di una cosa del genere, abbia aggrottato le sopracciglia. Ecco, ci pensiamo noi a darvi il contesto necessario: lo scorso marzo Davide Nanni, cuoco di È sempre mezzogiorno e gestore della Locanda Nido d’Aquila in Abruzzo, pubblicò un libro intitolato A sentimento. Il contenuto fa discutere.

Nanni racconta della propria esperienza presso il ristorante londinese di Locatelli. Siamo nel 2010, il nostro protagonista è giovanissimo e fresco di diploma; ma in quel d’Oltremanica trova solo cameratismo, bullismo e punizione fisiche. Una domanda sorge spontanea: ma Locatelli?

La risposta di Giorgio Locatelli

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La risposta arriva qualche mese più tardi, incorporata in una lunga intervista rilasciata ai colleghi di Vanity Fair in cui parla anche di sostenibilità, del battito cardiaco del fine dining, di gastronomia italiana e non, della miopia che ha mosso il no alla carne coltivata per continuare a favorire gli allevamenti intensivi. Poi arriva la domanda sulle accuse di Nanni.

Abbiamo cercato il segreto del successo di Giorgio Locatelli, e forse lo abbiamo trovato Abbiamo cercato il segreto del successo di Giorgio Locatelli, e forse lo abbiamo trovato

Locatelli si dice immediatamente dispiaciuto. “Quando ho iniziato con il mio ristorante mi sono sempre detto che non volevo che i miei dipendenti venissero trattati come ero stato trattato io, e ho sempre cercato di garantirlo” ha spiegato lo chef, paragonando le dinamiche tra “i ragazzi” del ristorante a quelle che di tanto in tanto si trovano tra i bambini dell’asilo.

“Come i bambini all’asilo sanno essere cattivi tra loro, così fanno gli adulti, e il maestro può vigilare fino a un certo punto” ha dichiarato a tal proposito. L’impressione è che le parole di Locatelli siano animate anche e soprattutto da uno scetticismo di fondo: “Ovviamente la responsabilità del mio staff è mia, ma a me sembra che si sia un po’ esagerato: 1160 persone sono passate per la mia cucina, e lui è il primo che dice una cosa del genere”. Ma allora che è successo?

La lettura proposta dal giudice di Masterchef è la seguente: “La mia sensazione è che lui avesse un libro da vendere, e se scriveva una cosa del genere senza metterci un nome avrebbe venduto molto meno“. Da qui la scelta di rimanere in silenzio: “Io non ho risposto perché non volevo alimentare la polemica, facendo ulteriore pubblicità al suo libro”.