“Stiamo valutando la creazione di un liceo del Made in Italy” annuncia Giorgia Meloni in occasione del Vinitaly 2023. A noi la domanda sorge spontanea: ma la divisa obbligatoria sarà il mantello immacolato dei paladini della sovranità alimentare? Scherzi a parte, l’intervento della premier è da intendersi come parte di un più ampio discorso volto a valorizzare il settore del vino in generale, mentre l'”annuncio” – non ci crediamo (o non ci vogliamo credere) abbastanza da rimuovere le virgolette – del liceo del Made in Italy è giunto al termine della premiazione del Concorso enologico dedicato alle scuole agrarie italiane, che hanno prodotto vini in grado di superare il punteggio di 80 centesimi.
Il liceo del Made in Italy: l’idea lanciata da Giorgia Meloni al Vinitaly
Quante identità potrebbe avere un liceo del Made in Italy? Immaginiamo che i diplomati sarebbero i candidati perfetti per vestire i panni degli ispettori – anche se dobbiamo ammettere che “inquisitori” suona meglio: ha quel tocco di sovranità che ci piace tanto – chiamati a far rispettare il disciplinare per i ristoranti italiani all’estero. Come dite? Cosa intendiamo con “disciplinare per i ristoranti italiani all’estero”?
Si tratta di una recente proposta presentata dal ministro dell’Agricoltura (nonché cognato di Giorgia Meloni) Francesco Lollobrigida: “Basta ai ristoranti che si dicono italiani e utilizzano prodotti che non lo sono” aveva spiegato a tal proposito “basta a cuochi che non sanno cucinare italiano”. Insomma, chi meglio di un diplomato al liceo del Made in Italy sarebbe in grado di giudicare chi è degno di mostrare il bollino che certifica la vera italianità?
D’altro canto potremmo scorgere un più o meno grossolano tentativo di ingraziare i presenti appellandosi a una genuinità – quella dell’Italia legata alla tradizione della terra e via dicendo – talmente esausta che di genuino ha ormai ben poco; un rivangare di un mito ormai consunto per il numero di volte che è stato impugnato e che in definitiva si riduce al tenerci stretti il comodo stereotipo del pizza-pasta-mandolino.
A voi l’ardua sentenza. “Voglio ringraziare il ministro Lollobrigida, al Crea, ma soprattutto agli studenti” ha commentato Giorgia Meloni. “Tenevo a questa premiazione: l’agricoltura è un pezzo fondamentale della nostra economia, ma questo funziona solo se mettiamo insieme tradizione e innovazione, qualcosa che è possibile solo attraverso i giovani. Serve continuità per questo settore: non c’è nulla di più profondamente legato alla nostra cultura di quello che studiano questi ragazzi. Per questo stiamo valutando la creazione di un liceo del Made in Italy”. La luce al fondo al tunnel: che sia la volta buona che non vedremo più tagli all’istruzione?