Giorgia Meloni promuove “la pesca” di Esselunga, che ve lo diciamo a fare

Lo spot della pesca dell'Esselunga ha ottenuto l'approvazione di Giorgia Meloni. Come? Non ce n'era bisogno? Beh, ormai c'è e ce la teniamo. L'approvazione intendiamo, che avevate capito?

Giorgia Meloni promuove “la pesca” di Esselunga, che ve lo diciamo a fare

Lo spot della pesca dell’Esselunga ha ottenuto il beneplacito anche di Giorgia Meloni. I creativi che lo hanno ideato possono tirare un sospiro di sollievo, ma un pensiero ci tormenta: Giorgia, tutto bene? Con il compagno tutto ok? Si tratta forse di un messaggio subliminale?

Giorgia Meloni si interessa dello spot della pesca dell’Esselunga

pesca esselunga

Inevitabilmente o ineluttabilmente (Thanos, dove sei quando servi?), prosegue la coda della storia dello spot della pesca dell’Esselunga. Ormai tutti dovreste aver visto questo spot o ne avete comunque sentito parlare.

Breve recap: lo spot racconta la storia di una bambina, figlia di genitori separati, che induce la madre a comprare una pesca in un supermercato Esselunga per donarla al padre a cui dice, però, che quella pesca arriva dalla madre (con il chiaro intento di far tornare insieme i due). Con tutto il corollario del caso: la solitudine della bimba che patisce la separazione dei genitori (ovviamente la bimba è figlia unica, altrimenti parte del pathos sarebbe andata persa), il gelo fra gli ex coniugi (anche se dalle scene pare che lei aspetti lui che aspetta lei che aspetta lui…) e svariati stereotipi del genere (lei quasi in burn out, vestita mestamente, lui sgargiante e brillante senza una preoccupazione al mondo, la figlia affidata alla madre…).

Insomma: sembra il canovaccio di un film della fiera del visto e rivisto, di quelli che vanno in onda in un sonnolento pomeriggio estivo e che guardiamo giusto per distrarci dalle zanzare e dal caldo.

Comunque sia, lo spot è stato interpretato nelle maniere più disparate. Nonostante Esselunga abbia specificato tramite una nota stampa riportata anche da Il Sole 24 Ore che la storia imbastita non riguardava la famiglia, ma che il suo scopo era quello di parlare delle emozioni che si provano quando si va a fare la spesa (irritazione perché non si trova mai parcheggio e quando lo trovi è sotto il sole cocente di Arrakis a km di distanza? Frustrazione perché devi farti largo fra una giungla di carrelli lasciati in mezzo alle corsie come se si trattasse di una pista a ostacoli? Sgomento perché tutto quello che vorresti comprare, incluse le pesche, costa di più e il portafoglio piange lacrime di sangue?), ecco che in molti abbiano travisato questo significato.

Esselunga distrae con la pesca e vince con il social washing Esselunga distrae con la pesca e vince con il social washing

Sembra che la maggior parte delle persone non abbia colto il messaggio dello spot, tanto che tutti si ricordano solo della triste storia della bimba figlia di genitori separati, di quella pesca che vorrebbe essere galeotta e che nessuno si ricorda del claim dello spot. Tanto che qualcuno è arrivato a sostenere che tutto fosse stato fatto a scopo di marketing… Cioè, è uno spot pubblicitario, quale altro scopo dovrebbe avere?

Comunque sia, il fatto che Giorgia Meloni abbia scritto un post sui suoi account social dove scrive: “Leggo che questo spot avrebbe generato diverse polemiche e contestazioni. Io lo trovo molto bello e toccante” ha suscitato altrettanti commenti contradditori fra gli utenti.

Se già prima c’era chi sosteneva che lo spot fosse un inno alla famiglia tradizionale (non faccio vedere la famigliola felice del Mulino Bianco, ma faccio furbescamente vedere una famiglia dei giorni nostri, con genitori separati e figli tristi, così tutti apprezzerete la famiglia tradizionale e traggo consensi da ambo le parti… Come se non potesse esistere al mondo una famiglia con genitori separati felice o una famiglia tradizionale triste), mentre altri sostenevano che inneggiasse alle famiglie non tradizionali (il che testimonia una desolante incapacità di analisi e comprensione di ciò che si vede o si legge), ecco che il post di Meloni ha suscitato un nuovo filone di indignazione.

Qualcuno le ha dato ragione, sostenendo che fosse una bella pubblicità, al grido di “Qualcuno pensi ai bambini!”, altri hanno fatto notare a Meloni che forse non era molto istituzionale che un presidente del Consiglio si mettesse a elogiare la pubblicità di un privato. A questo proposito, effettivamente, cosa dovrebbero pensare dell’accaduto altre catene come Pam, Carrefour, Conad o Ipercoop (solo per citare le prime che ci vengono in mente)?

Magari anche loro vorrebbero un endorsement istituzionale di questo calibro. La situazione ricorda un po’ i bei tempi in cui Matteo Salvini si dilettava nel ruolo di improbabile food influencer (ricordate quando insieme a Mario Giordano criticava il cibo straniero, ma pasteggiava con la Coca Cola? O quando gli era stato amichevolmente suggerito di fare un corso di food photography se avesse institito nel voler parlare di cibo?). Bisogna forse ricordare alla premier che, avendo ora un ruolo istituzionale, non può più usare i social come quando non ricopriva tale ruolo.

Altri hanno suggerito che, forse, il post aveva lo scopo di sviare l’attenzione sui problemi non ancora risolti d questo Governo, altri sono riusciti comunque a trovare correlazioni con l’immigrazione clandestina, con le accise, la questione LGBTQ+ e tanto altro ancora.

Ma alla fine, il dubbio ci attanaglia ancora: Meloni ha appena dato il suo ok alle famiglie non tradizionali (beh, ehm, tecnicamente anche la sua lo sarebbe)? Ha sdoganato la vendita delle pesche al supermercato senza usare i guanti per ridurre l’inquinamento ambientale?

Qui trovate il post originario di Giorgia Meloni con tutti i Commenti delle varie tifoserie:

https://www.instagram.com/p/CxsGweft8qA/?igshid=MzRlODBiNWFlZA%3D%3D