È una donna, è una madre e soprattutto è contro il cosiddetto cibo in provetta: Giorgia Meloni ha firmato la petizione mondiale che mira a fermare quanto prima l’approdo sulle tavole dei consumatori del cibo sintetico (o, per intenderci, prodotto in laboratorio). Niente carne-non-carne, latte prodotto senza mucche o pesce che non ha mai visto il mare, il lago o il fiume, in sostanza: la presa di posizione di Meloni, annunciata al Villaggio della Coldiretti a Milano, rappresenta una forma di concreta opposizione contro l’approdo del cibo sintetico sul mercato europeo.
A onore del vero si tratta di un settore che gode di una crescita piuttosto notevole, e che secondo la lettura proposta dalla Coldiretti “già a inizio 2023 potrebbero essere introdotte a livello Ue le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue” – un passo in avanti che rischia di cancellare “l’identità popolare di una intera nazione”, parafrasando il presidente Ettore Prandini. “Dietro l’alibi della tutela ambientale si nascondano speculazioni che portano al cibo sintetico” ha continuato Prandini, illustrando poi davanti alla stessa Giorgia Meloni la proposta per la creazione di un Ministero della Sovranità alimentare per concentrare le competenze attualmente sparse tra ministeri diversi.