Nel corso delle ultime ore la cosiddetta protesta dei trattori si è dispiegata in tutta la sua intransigenza, cingendo Bruxelles nella paralisi di un assedio e sfociando in lanci di uova, petardi e roghi – episodi di vandalismo che fanno eco a quanto successo all’inizio del mese, quando gli stessi agricoltori diedero alle fiamme una statua davanti al Parlamento europeo.
L’aria, nella capitale belga, frigge per la tensione: l’obiettivo degli agricoltori è evidentemente quello far risuonare il proprio malcontento in concomitanza con il Consiglio Agricoltura, riunitosi proprio nelle ultime ore in quel di Bruxelles. Consiglio a cui ha partecipato, tramite un videomessaggio breve ma denso, anche Giorgia Meloni: le parole del Presidente del Consiglio ribadiscono la solidarietà alla causa degli agricoltori, puntando il dito contro quei “diktat ideologici che avrebbero colpito la produzione agricola europea”. Diamoci un’occhiata.
Giorgia Meloni sulla protesta dei trattori
Nel porgere i suoi saluti ai presenti, Giorgia Meloni ha ribadito molti dei punti che nel corso degli ultimi mesi hanno arricchito la retorica circostante la protesta dei trattori: “L’agricoltura non è nemica dell’ambiente e della transizione ecologica, anzi, è l’esatto contrario” ha spiegato. “Se c’è qualcuno che ama il territorio, che vuole custodirlo e che lavora ogni giorno per preservarlo, tutelando anche identità e tradizioni, quel qualcuno è proprio l’agricoltore”. Parole che obbligatoriamente ci ricordano quelle pronunciate a più riprese dal ministro Lollobrigida, che in questo circolo virtuoso coinvolgeva anche i pescatori – gli stessi che, durante la lotta estiva al granchio blu, rumoreggiavano per la pesca a strascico.
Ma torniamo a noi: “Per questo, il Governo si è battuto in Europa fin dal suo insediamento contro tutti quei diktat ideologici che avrebbero colpito la produzione agricola europea e avrebbero messo a rischio quel concetto di sovranità alimentare che resta un nostro indirizzo irrinunciabile” ha continuato Giorgia Meloni, sottolineando l’impatto della “voce italiana” su “tanti dossier”, determinando cambiamenti nelle norme “sulle emissioni, sugli imballaggi, sui fitofarmaci, sulla rotazione forzata o sulla messa a riposo obbligatoria dei terreni”.
Tra gli elementi più pruriginosi alla base della protesta dei trattori c’è la protesta contro alcune regolamentazioni che, secondo la spietatezza del mercato, potrebbero favorire importazioni da paesi con norme meno severe con cui è impossibile competere. “L’Italia si farà portavoce delle richieste degli agricoltori” ha dichiarato a tal proposito Giorgia Meloni “chiederà alla Commissione europea di negoziare con maggiore incisività e determinazione gli accordi con i Paesi extra-Ue, e stabilire norme più stringenti e anche precisi standard di reciprocità”.
I commenti di Meloni e Lollobrigida sulla PAC
Capitolo a parte per quanto concerne la cosiddetta Politica Agricola Comune: tanto il giudizio di Giorgia Meloni quanto quello del ministro Lollobrigida è più che eloquente, e indica una revisione come priorità assoluta. “La PAC con la quale ci confrontiamo è stata immaginata prima della pandemia e prima del conflitto in Ucraina, in un mondo completamente diverso da quello attuale” ha spiegato Meloni.
“Serve una riforma profonda dell’assetto che abbiamo ereditato, perché la PAC torni a perseguire quegli obiettivi strategici di natura economica e sociale che erano previsti dai trattati europei: da un lato garantire sicurezza agli approvvigionamenti di cibo di qualità ai nostri cittadini, dall’altro assicurare un adeguato tenore di vita a chi quel cibo lo produce”.
Meno diplomatiche le parole di Lollobrigida: “La nuova PAC è stata scritta male” ha spiegato. “Il 9 giugno, dopo le elezioni europee, l’Europa deve cambiare strada e prendere atto degli errori finora compiuti e del fatto che gli scenari mondiali sono cambiati radicalmente alla luce degli effetti della guerra in Ucraina e delle tensioni in Medio Oriente e del cambiamento delle dinamiche del mercato e della concorrenza mondiale”.