La pizza di Gino Sorbillo non smette di far parlare di sé, e questa volta attraverso un messaggio di inclusione e accoglienza: il celebre pizzaiolo ha invitato un gruppo di migranti nel suo storico locale di Via dei Tribunali, a Napoli, per mangiare tutti insieme alla faccia dei pregiudizi.
Un’iniziativa, promossa dal progetto Spras di Caserta, per rendere omaggio ai ragazzi – tre di loro, apprendisti pizzaioli presso la città ospitante -, ma anche per risollevarsi tutti insieme, a testa alta, a seguito del clima di tensione generale dopo l’attacco di stampo mafiodo dello scorso 16 gennaio, la bomba fatta esplodere all’ingresso della stessa pizzeria, in via dei Tribunali.
“Alla violenza e all’odio, allo sfruttamento della criminalità organizzata di cui sono vittime migliaia di lavoratori, al razzismo sempre più sdoganato, rispondiamo con unità e a testa alta”, ha dichiarato Sorbillo ai referenti del progetto territoriale.
Basta una pizza, nel suo caso, per comunicare, un messaggio di umanità, creare maggior consapevolezza sui problemi legati all’odio e alla criminalità, che hanno spinto l’intera comunità a manifestare all’esterno del locale – fino a poco fa una strada deserta, come ha ricordato lo stesso Sorbillo – nella settimana dopo l’attacco.
“Il pericolo non arriva dai migrati, anche loro sono vittime di pregiudizi, violenze, atti vandalici e sfottò continui. La cultura dell’odio non fa parte del centro storico di Napoli e qualsiasi atto di violenza o episodio di razzismo va respinto. Il mio locale è aperto a tutte le cultura e a tutti i colori della pelle”, ha aggiunto il pizzaiolo, che si è reso disponibile a condividere la propria arte con i giovani coinvolti nel progetto, “ragazzi che ci mettono il cuore e la forza di volontà nell’apprendere il loro lavoro”.
“Due ingredienti”, ha suggerito agli ospiti durante la cena, “dai quali non può che venir fuori una pizza straordinaria”.
Al netto della presa di posizione di Sorbillo, molto condivisibile, nonché esemplare, non possiamo che riportare alla mente le accuse di egocentrismo profittevole collezionate dal pizzaiolo – imprenditore negli ultimi tempi: ricorderete di certo le parole di Selvaggia Lucarelli. Nei giorni che hanno seguito la bomba, per rinfrescarvi la memoria, la riapertura della pizzeria è stata oggetto di un’attenzione mediatica senza pari, complice il protagonismo social e televisivo di Sorbillo.
Un protagonismo tale da indurre molti al sospetto: messaggio di resistenza o operazione di marketing? Ora che il razzismo è tornato in voga e un messaggio di antirazzismo è quanto di più politicamente corretto si possa esprimere, statene certi, il pubblico si dividerà tra chi considera Sorbillo un paladino della pace e chi lo vede come un irrimediabile buonista (perdonate il termine). Chi dirà che sta usando la sua notorietà per veicolare un messaggio di inclusione e chi dirà che sta sfruttando un tema delicato per pubblicizzare se stesso.
Stabilire i confini è difficile.
[Crediti immagini: Edizione Caserta, CasertaWeb]