Torniamo in Giappone perché i pescatori della prefettura di Fukushima sono alquanto preoccupati. A breve, infatti, è previsto lo sversamento in mare di 1,3 tonnellate di acqua radioattiva usate per raffreddare gli impianti della centrale nucleare di Fukushima. Acqua che, certo, è stata depurata, ma che sempre radioattiva è stata.
Giappone e l’acqua sversata da Fukushima: sarà poi così sicura?
Da poco il governo giapponese ha annunciato che è stato approvato un piano per rilasciare più di 1 milione di tonnellate di acqua derivanti dai resti della centrale nucleare di Fukushima Daiichi.
Se ricordate, 12 anni fa, un terremoto di magnitudo 9.0 aveva colpito la costa orientale dell’isola di Honshu, quella principale del Giappone. Il terremoto aveva a sua volta generato uno tsunami alto 15 metri che aveva investito in pieno la centrale nucleare di Fukushima, disattivandone l’alimentazione e i sistemi di raffreddamento.
Ciò aveva comportato la fusione di tre dei suoi reattori, con fuoriuscita di notevoli quantità di radiazioni. Il disastro nucleare che ne era derivato era tale da essere classificato come il peggiore dai tempo di Chernobyl nel 1986.
Ovviamente, subito dopo la fusione, si è cercato di raffreddare i reattori, processo che è ancora in corso. Inoltre ci si era anche attivati per evitare di rilasciare in mare l’acqua contaminata contenente materiali radioattivi, acqua usata proprio per raffreddare i reattori. Solo che adesso ci sono 1,3 milioni di tonnellate di acqua reflua immagazzinate in bella vista in più di mille serbatoi installati dalla TEPCO, la Tokyo Electric Power, operatore che gestisce l’impianto.
La maggior parte di questa acqua è stata proprio usata per raffreddare i reattori danneggiati. Inoltre bisogna fare anche i conti con l’acqua piovana e con le acque provenienti dalle falde contaminate che hanno invaso gli scantinati degli edifici dei reattori.
La continua esposizione al reattore ha ovviamente contaminato l’acqua. Solo che adesso lo spazio di stoccaggio si sta esaurendo, cosa che finirà col rallentare il lungo processo di disattivazione dell’impianto.
Tecnicamente questa acqua contaminata viene ripulita tramite un processo di filtrazione chiamato Advanced Liquid Processing System (ALPS), processo che dovrebbe rimuovere la maggior parte dei peggiori contaminanti. Ed è proprio qui che scatta la preoccupazione dei pescatori: il procedimento elimina la “maggior” parte dei “peggiori” contaminati, non “tutti” i contaminanti.
Per il governo e gli scienziati indipendenti il rilascio dell’acqua a Fukushima è ragionevolmente sicuro, anche perché l’acqua filtrata non verrà rilasciata tutta insieme, ma gradualmente nell’arco di 20-30 anni.
Però i pescatori locali non sono convinti: per loro il rilascio dell’acqua contaminata finirà col distruggere più di un decennio di lavori di ricostruzione. E anche i paesi limitrofi non sono contenti della cosa. I pescatori sostengono che i consumatori rifiuteranno di comprare il loro pescato, facendone precipitare i prezzi.