L’inflazione ha mietuto una nuova vittima: in Giappone chiude l’azienda che produce le Sakuma’s Drops, storiche caramelle nipponiche. E tutto a causa dell’inflazione. La Sakumaseika Co, con sede a Tokyo, ha dichiarato che a gennaio chiuderà la produzione dopo ben 114 anni di attività. I motivi sono sempre gli stessi: aumento eccessivo dei costi di produzione, carenza di manodopera e calo delle vendite.
In Giappone stop alla produzione delle caramelle Sakuma’s Drops
Le caramelle Sakuma’s Drops sono un’istituzione in Giappone. Le pasticche di frutta colorata vendute nella scatola di acciaio rosso sono comparse persino in un film dello Studio Ghibli.
I giapponesi hanno appreso con sgomento questa notizia. Naoe Watanabe, 53 anni, proprietario di un negozio di dolciumi, ha ricordato che a casa, quando andava alle elementari, aveva sempre una lattina di queste caramelle (otto gusti, fra cui fragola e limone). Nei suo ricordi, usava una monetina da 10 yen per aprire il coperchio. Inoltre queste caramelle erano un punto fisso nel suo negozio.
Sakumaseika ha spiegato di non aver aumentato il prezzo delle sue caramelle per ovviare all’aumento dei costi di produzione. In realtà, pare che molte aziende stiano tentennando in tal senso: sono molto riluttanti ad aumentare i prezzi, trasferendo così questi aumenti sul consumatore finale. McDonald’s, invece, ha già annunciato che mangiare un hamburger in Giappone costerà 10-30 yen in più.
Nel frattempo un rappresentante dell’azienda ha ammesso che il destino dei loro 100 dipendenti è ancora incerto. L’azienda è stata fondata nel 1908 dal pasticcere Sojiro Sakuma, riuscendo a sopravvivere ai radi aerei durante la Seconda Guerra Mondiale e ispirando anche lo Studio Ghibli, che ha immortalato queste caramelle nel suo film del 1988 “Una tomba per le lucciole” (forse il film Ghibli più triste di sempre, per riuscire a vederlo fino alla fine sono necessarie tonnellate di caramelle e zuccheri).
Nel film, ambientato proprio durante la Seconda Guerra Mondiale, una ragazza orfana lotta per sopravvivere insieme al fratello, portando sempre con sé una lattina rossa delle Sakuma’s Drops, una delle poche cose rimaste ai due fratellini dopo che la loro casa è andata distrutta.
Oltre all’aumento dei costi di produzione e dell’inflazione, a decretare la fine delle Sakuma’s Drops è stata anche l’aumentata scelta fra le opzioni dolciarie disponibili sul mercato. Hiroshi Matsuzawa, proprietario di un negozio di snack in una delle più famose vie dello shopping di Tokyo, ha sottolineato che erano soprattutto gli anziani a comprare queste caramelle, mentre i bambini le snobbavano a fronte delle numerose alternative a disposizione.
Anche Teruyo Ishiguro, proprietario di un negozio di snack assai frequentato dai bambini che tornano a casa da scuola, ha ammesso di aver smesso di vendere le Sakuma’s Drops già a partire dall’anno scorso, visto che la maggior parte degli acquirenti aveva 50 anni o più. Tuttavia Ishiguro, che ha 80 anni e vende snack da più di 60 anni, ha ammesso che è molto triste veder scomparire qualcosa che esiste da così tanto tempo.
In effetti Sakumaseika nel 2021 ha perduto qualcosa come 150 milioni di yen, circa 1 milione di dollari. Ma potrebbe non essere tutto perduto. La rivale Sakuma Confectionery Co, formatasi a seguito di una scissione dalla stessa Sakumaseika dopo la guerra, ha deciso di continuare a produrre un prodotto molto similare, chiamata sempre Sakuma Drops, contenuto in una confezione d’acciaio, ma verde questa volta.
Ma l’inflazione non ha influenzato solo il destino di queste caramelle. A gennaio, Umaibo, produttore di un popolare snack a base di mais, è stato costretto ad aumentare i prezzi per la prima volta in assoluto dal 1979, anno in cui aveva aperto la sua attività.