Trasforma l’acqua in vino e tutti urleranno al miracolo, ma mettiti a offrire dell’acqua santa ed ecco che iniziano i problemi. La morale della storia? Per farsi volere bene è importante tenere i calici pieni della bevanda giusta. Devono averlo intuito i proprietari del bar Nouveau-l’èglise, realizzato in una vecchia chiesa sconsacrata in quel di Marigliano, in provincia di Napoli, che rischia di chiudere i battenti perché accusato di essere blasfemo.
Come riportato dal Corriere, infatti, i proprietari del bar sono già stati denunciati, multati e colpiti con una richiesta di chiusura. Il motivo? Semplice: per gli agenti della polizia municipale l’architettura del locale rappresenta “vilipendio della religione”, e i sacerdoti della diocesi di Nola hanno diramato un invito a boicottare il bar in quanto blasfemo.
Una Madonna con un uovo in testa e Gesù festaiolo
A innescare queste polemiche, come probabilmente avrete già intuito, è “l’arredamento” del bar stesso. Al suo interno campeggiano, tanto per fare un esempio, un Cristo Redentore con in mano una bottiglia (rigorosamente piena di acqua santa, ci informa un cartello; ma d’altro canto l’Altissimo non è certo nuovo a improvvise trasformazioni alcoliche) e un bicchiere, una statua della Madonna rivolta di spalle con un uovo poggiato sulla testa, una pubblicità del Martini dove ancora una volta fa capolino la Madonna e la scritta è stata modificata in “Martiri”.
La pubblicità cattiva, dice il saggio, non esiste – e di fatto il bar, blasfemo o no, ha immediatamente riscosso un certo successo. Oltre all’attenzione dei clienti, tuttavia, è arrivata anche quella delle forze dell’ordine; e con essa la sopracitata denuncia per vilipendio della religione.
Spezziamo una lancia in favore dei gestori: siamo certi che avranno porto l’altra guancia. D’altro canto, il secondo “schiaffo” non ha tardato ad arrivare: stavolta dai sacerdoti della diocesi di Nola, che hanno firmato un documento in cui invitavano i fedeli a non frequentare il bar in quanto, per l’appunto, blasfemo.
I gestori del bar, in ogni caso, non sono d’accordo con l’accusa di blasfemia. “Nel nostro locale non c’è nulla di cattivo gusto, niente di scandaloso” ha spiegato Antonio Minieri, uno dei gestori, in una breve dichiarazione al Corriere. “Ciò che abbiamo fatto è solo dare nuova vita a un posto che era abbandonato rivestendolo con delle opere che non spingono i giovani al peccato: tutt’altro”.
Qualche esempio concreto? “Il Cristo Redentore con in mano un bicchiere e l’acqua santa, infatti, in realtà, vuole essere una esortazione a bere responsabilmente. La Madonna che dà le spalle al bancone con l’uovo in testa è un richiamo alla Pala di Brera di Piero della Francesca. L’immagine del Crocifisso che abbiamo sistemato nel bagno e la Via Crucis in cui ci si riflette con gli specchi sono, poi, dei moniti a non utilizzare sostanze proibite, ad aver rispetto per se stessi e gli altri”.