Genova: mensa scolastica riconvertita in aule, si mangia in classe

A Genova in due scuole medie, la mensa scolastica verrà riconvertita e trasformata in aula, mentre i ragazzi dovranno pranzare in classe.

Genova: mensa scolastica riconvertita in aule, si mangia in classe

A Genova due scuole medie hanno deciso di riconvertite la mensa scolastica in aule. Così facendo, ovviamente, gli studenti dovranno mangiare in classe. E’ questa la decisione presa alla scuola secondaria Don Milani e alla secondaria Colombo: hanno deciso di sacrificare il refettorio per trasformarlo in tre aule nuove, necessarie a causa delle norme anti diffusione Coronavirus imposte per la riapertura delle scuole.

Paolo Cortigiani, preside del Convitto Colombo e dell’annesso istituto onnicomprensivo, ha spiegato che per garantire agli studenti la distanza di sicurezza, la mensa verrà trasformata in tre classi nuove destinate agli alunni della Don Milani. Questo farà sì che gli studenti dovranno pranzare in aula. E poi rassicura tutti: cambierà solo la disposizione degli spazi, ma il servizio mensa verrà garantito.

Si è trattato di una scelta praticamente obbligatoria: se non avessero deciso di sacrificare il refettorio, gli studenti sarebbero stati costretti a seguire le lezioni a distanza con un sistema di rotazione classe – scuola.

Non che sia facile e veloce riconvertire gli spazi: il refettorio ha bisogno di nuovi impianti elettrici e vanno aggiunte prese e connessioni wi-fi per le lavagne digitali. Con grande sgomento, però, i presidi hanno scoperto che il Comune non si farà carico di tale modifiche: l’unica cosa che farà il Comune sarà abbattere tramezze, tutti gli altri interventi saranno a carico dell’istituto.

Inoltre il preside lamenta un altro fatto: se i previsti banchi con rotelle non arriveranno in tempo per la riapertura, non si potrà garantire il metro di distanza fra gli allievi, il che vorrà dire rendere obbligatoria la mascherina. Il fatto è che dal Governo arrivano disposizioni e norme, ma poi di fatto mancano le azioni concrete. Per garantire i controlli e la necessaria sanificazione servono più personale e attrezzature, ma le risorse non sono sufficienti.