Continuano i problemi di Genova legati alla movida. Il sindaco ha appena vietato il consumo di alcolici nel centro storico dopo la mezzanotte, ma questa misura da sola non basta. Ecco allora arrivare la proposta di spostare la movida dal centro al Porto Antico. Solo che gli esercenti e i ristoratori dei Magazzini del cotone non sono proprio contenti.
Il sindaco Marco Bucci, infatti, ha ventilato l’ipotesi di spostare parte della movida del centro storico verso i Magazzini del cotone. Ma qui sono intervenuti gli esercenti sostenendo che il sindaco sta facendo bene su molte cose ma in questo caso sta prendendo una “cantonata”.
È Riccardo De Giorgi, presidente del civ Porto Antico, a spiegare la situazione. Il sindaco ha appena annunciato di voler attrezzare i moduli 8, 9 e 10 dei Magazzini del cotone, quelli in fondo al molo, per spostare la movida dai vicoli del centro storico (in cui si pensa anche a imporre degli accessi limitati) verso un’area più distante. E la scelta è ricaduta sul molo.
Parò De Giorgi non ci sta e sotolinea che prendere un problema di movida che si ha nel centro storico e limitarsi a spostarlo al Porto antico non serve a niente. Il problema è che il target della movida nei vicoli e il target nella zona del molo sono del tutto diversi.
Nei vicoli si accalcano i giovani, quelli che consumano take away e che comprano da bere, ma non si siedono. Al Porto antico, invece, bar e ristoranti solitamente ospitano famiglie o persone non giovanissime che vogliono consumare seduti ai tavoli.
C’è poi un altro aspetto da considerare. Ai moli sono ancorati yacht milionari. Cosa potrebbe succedere se la movida selvaggia che distrugge saracinesche o affini finisce sui moli a danneggiare yacht del genere? Di sicuro gli armatori sposterebbero da lì le loro imbarcazioni onde evitare incidenti spiacevoli.
De Giorgi, poi, chiude con una provocazione. È noto che un certo target di persone che frequenta il centro storico lo fa anche per acquistare determinate sostanze. Quindi sui moli arriveranno anche gli spacciatori?
Ovviamente non tutti gli esercenti seguono questa linea di pensiero. C’è anche chi sostiene che più gente c’è e meglio è.