Al Bar Mangini, storico locale in piazza Corvetto, Genova, non si accettano i pagamenti con il Pos. Il titolare, Giacomo Rossignotti, non fa certo mistero della sua linea dura, tanto da aver tappezzato l’interno del bar con adesivi, totem e cartelloni che recitano a lettere cubitali “NO credit card bancomat” – una vera e propria crociata contro l’obbligo dei pagamenti elettronici recentemente entrato in vigore. Come la risolviamo, però, nel caso in cui un potenziale cliente non dovesse avere con sé il contante per pagare il caffè? “Piuttosto glielo offro”, rassicura in tal caso Rossignotti.
Nel corso di una breve intervista rilasciata ai colleghi de La Voce di Genova, il titolare del Bar Mangini ha spiegato il motivo per cui ha deciso di inneggiare battaglia ai pagamenti elettronici – o meglio, all’obbligo da poco entrato in vigore: “La carta di credito in passato la prendevamo, non è un discorso contro” sottolinea. “Il servizio lo abbiamo sempre dato pagando quello che c’era da pagare. Hanno calato questo provvedimento, che in sé anche se arriva come obbligo, è accettabile, ma non lo è con dei costi perché se lo strumento riconosciuto per le transazioni è la cartamoneta, questo servizio che non è un obbligo deve avere lo stesso costo, uguale a zero”. Costi che, di fatto – stando a quanto dichiarato dallo stesso Rossignotti – partono da una base di 500 euro l’anno, a cui va necessariamente aggiunto l’1% di transazioni a prescindere dalla cifra spesa (o incassata, in questo caso).
A quanto pare, inoltre, nel difendere il suo ideale Rossignotti in termini pratici – o, in altre parole, quando si tratta di rapporti con i clienti – non ha riscontrato grandi problemi: “Solo un paio di persone sono arrivate con il bancomat, hanno sempre i contanti. Non ho mai avuto problemi con gli stranieri” racconta. L’unica esperienza negativa, secondo la sua memoria, è stata con un ristoratore del basso Piemonte, che di fatto è andato via senza pagare. “Mi ha colpito l’atteggiamento che non mi aspettavo da uno sulla mia stessa barca” racconta a tal proposito. Quando infine gli viene chiesto come pensa che andrà a finire, Rossignotti mostra ancora una volta una fede incrollabile nella sua causa: “Se vado avanti a seguito di verbali con una causa fino a Strasburgo, il rischio è che tolgano l’obbligo, certamente non i costi”.