Non basta una stagione di vendite da record per rimontare le difficoltà determinate dal caro bollette: è lo sfortunato caso della Sammontana, che negli ultimi mesi si è trovata – come innumerevoli altre aziende, grandi e piccole, operanti nel settore dell’agroalimentare e non – a dover fare i conti con rincari spaventosi per il costo dell’energia elettrica, del gas, delle materie prime e di molte altre voci che hanno inevitabilmente spostato l’asticella del bilancio verso un rosso sempre più profondo.
Con una stagione estiva che ha spiccato per temperature particolarmente alte, tuttavia, le vendite hanno fatto registrare degli ottimi risultati, addirittura superiori rispetto a quelli messi a segno negli ultimi due anni – il 2020 e il 2021, parzialmente macchiati dalla pandemia da Covid – e di fatto ben vicini a quelli del 2019. Addirittura, i report aziendali inerenti al contesto della grande distribuzione hanno fatto registrare un incremento di volumi su base annua, determinando un aumento della quota di mercato. In altre parole, è stata un’ottima estate – ma comunque insufficiente.
“Questi buoni risultati sono stati vanificati dall’incremento del costo di materie prime ed energie, aumentati di quattro volte rispetto al 2021” ha spiegato l’amministrato delegato della società, Leonardo Bagnoli. “Per questo chiuderemo il bilancio in perdita, nonostante una stagione di vendite decisamente positiva. Come molte altre aziende stiamo affrontando la situazione cercando di non perdere di vista uno dei valori principali che guidano le nostre attività, ossia garantire la qualità del prodotto ai nostri consumatori. I prodotti e il non fare compromessi sulla qualità ci hanno portato fin qui e crediamo che ci porteranno anche in un futuro migliore”.