Tutti a parlare di Veganuary, ma lo sapete da dove è nata questa iniziativa? Se non lo sapete, beh, ci hanno pensato i suoi creatori, Jane Land e Matthew Glover, a spiegare come sia iniziato tutto partendo da un “bacio vegano”. La coppia sostiene che tutto ciò “funziona perché è ottimista”.
La storia del Veganuary
Era il 2011 e Jane Land, all’epoca insegnante di inglese, single, aveva deciso che il suo prossimo partner sarebbe stato vegetariano. Solo che all’epoca a Grimsby, dove viveva, non è che pullulassero i vegetariani. Anzi, una volta in un ristorante locale aveva ordinato un pasto vegetariano e per curiosità aveva chiesto al cameriere se servissero molte persone vegetariane. Al che il cameriere era scoppiato a ridere.
Così ecco che Jane decise di sfruttare un sito di incontri per vegetariani. Qui iniziò a chattare con Matthew Glover, anche se in realtà i due erano sul sito gemello vegano (all’epoca Jane non era ancora vegana perché aveva paura a causa di eventuali errori che avrebbero portato a carenze nutrizionali).
I due cominciarono a frequentarsi e al terzo appuntamento, quando lei ordinò una pizza con il formaggio, lui fu sconvolto dalla cosa. Tanto che Matthew ricorda che all’epoca era piuttosto preoccupato per una possibile contaminazione da latticini quando si baciavano.
Successivamente anche Jane divenne vegana e da quel loro primo “bacio vegano” ecco che, dopo un paio d’anni dal matrimonio, decisero di lanciare la campagna di beneficenza Veganuary, quella che conosciamo ancora oggi: il mese di gennaio non si mangiano carne e latticini (al che mi chiedo: c’è qualcuno che fa sia il Veganuary che il Dry January contemporaneamente?).
Quello che dieci anni fa era iniziato come un evento su piccola scala seduti al tavolo da pranzo nel soggiorno della casa della madre di Matthew adesso si è trasformato in un evento internazionale annuale, che conta al suo attivo diverse star e influencer, fra cui anche Joaquin Phoenix e Billie Eilish.
La coppia ha spiegato che quando hanno iniziato nel Regno Unito c’erano 250mila vegani, mentre adesso il numero è quadruplicato. Nel loro locale Wagamama di York hanno un menu dove il 50% dei piatti sono su base vegetale. Anzi: Matthew ama particolarmente il “cibo spazzatura vegano”, come i K-dog vegani e le costolette vegane.
Al momento Matthew si occupa di meno della parte relativa alla beneficenza in quanto si sta concentrando con un socio sulla parte commerciale. Effettivamente, pare che abbia intenzione di rinominare la loro attività da VFC a VFG, cioè Vegan Food Group. Questo perché i loro piani sono di investire in altre start-up su base vegetale in modo da creare una specie di “Unilever vegana”.
Jane ha aggiunto che tutto il concetto di Veganuary si basa sul fatto che non giudica nessuno: “è colorato, positivo, è una campagna ottimista” che pensa molto alla salute. E secondo Jane ha funzionato in quanto è in netto contrasto con tutto l’altro attivismo vegano che imperversa in questo momento.