Non solo danni, il maltempo di autunno ha creato le condizioni favorevoli alla crescita dei funghi facendo scattare la corsa a porcini, finferli, trombette, chiodini negli 11,4 milioni di ettari di boschi italiani. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che le precipitazioni erano attese dagli appassionati come manna dal cielo in una stagione iniziata male soprattutto nel centro sud a causa della siccità.
“L’arrivo dell’autunno – sottolinea la Coldiretti – è stato segnato dal maltempo che ha favorito raccolte abbondanti a valle sulle Alpi ma lungo tutta la dorsale appenninica da nord a sud, isole comprese. Il brusco cambiamento climatico è arrivato dopo un periodo caratterizzato da temperature insolitamente alte in un anno che è stato fino adesso di oltre un grado (+1,05 gradi) superiore alla media storica classificandosi in Italia al secondo posto tra i più bollenti dal 1800, sulla base dell’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr relativi ai primi otto mesi dai quali si evidenzia anche la caduta di circa il 25% di pioggia in meno nonostante il moltiplicarsi di eventi violenti”.
La nascita dei funghi – sottolinea la Coldiretti – per essere rigogliosa richiede come condizioni ottimali terreni umidi senza piogge torrenziali, una buona dose di sole e 18-20 gradi di temperatura all’interno del bosco. I funghi sono risorsa importante per un Paese come l’Italia dove i boschi coprono il 40% della superficie totale anche se sono segnati spesso purtroppo – precisa la Coldiretti – dall’abbandono, incuria e dall’azione criminale dei piromani.
L’attività di ricerca – continua la Coldiretti – non ha solo una natura hobbistica che coinvolge moltissimi vacanzieri e svolge anche una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta un’importante integrazione di reddito per migliaia di “professionisti” impegnati a rifornire negozi e ristoranti di prodotti tipici locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici.
E’ necessario tuttavia evitare le improvvisazioni e seguire alcune importanti regole che – conclude la Coldiretti – vanno dal rispetto di norme e vincoli specifici presenti nei diversi territori, alla raccolta solo di funghi di cui si sia sicuri e non fidarsi assolutamente dei detti e dei luoghi comuni, ma anche rivolgersi sempre, in caso di incertezza, per controlli ai Comuni o alle Unioni micologiche e utilizzare cestini di vimini ed evitare le buste di plastica