Quella dell’alimentazione nello spazio è una sfida complessa e stimolante, punteggiata da caratteristiche particolarissime: l’apparentemente banale aspetto logistico, tanto per cominciare (lassù, capirete bene, non ci sono supermercati: la spesa fa fatta quando si è ancora a terra), ma anche quello nutritivo a quello più prettamente pratico (un esempio curioso: sono banditi tutti i cibi che fanno briciole. E a buona ragione: ve lo immaginate dovere passare l’aspirapolvere o la scopa per raccoglierle a gravita zero?). Da qui l’intuizione dell’azienda siciliana Damiano, con sede in quel di Torrenova in provincia di Messina: fare affidamento sulla frutta secca.
Mandorle, arachidi, noccioline e chi più ne ha più ne metta, passando anche e soprattutto per le creme e altri prodotti che possono essere ottenuti dalla loro lavorazione: il progetto Space Food, realizzato in collaborazione con Space Experience, sarà allo stesso tempo un utile contributo alla ricerca e una potenziale soluzione pratica. D’altro canto, in qualche modo, gli astronauti dovranno pur riempirsi la pancia.
Tutti i dettagli del progetto di Damiano
A presentare il progetto è intervenuto lo stesso Riccardo Damiano, amministratore delegato dell’omonima azienda, in occasione della cerimonia per i primi sessant’anni di attività. Riccardo rappresenta di fatto la seconda generazione nell’impresa di famiglia, che a oggi lavora in più di trenta Paesi del mondo e offre una gramma di oltre settanta prodotti destinati all’industria della trasformazione alimentare, alle catene specializzate e alla grande distribuzione organizzata. Oh, e anche allo spazio, a quanto pare.
Space Food (un nome che è tutto un programma, converrete) vuole muoversi soprattutto su di due direttrici di azione: il progetto, infatti, “consentirà all’azienda di portare il suo contributo al sistema alimentare spaziale” e, allo stesso tempo, rappresenta di fatto una “importante occasione per integrare e potenziare la propria esperienza in campo nutrizionale”. Migliorare le proprie competenze e allo stesso tempo contribuire a risolvere il rompicapo del cibo nello spazio: prendere due piccioni con una fava, insomma. O una mandorla, meglio ancora.
Diamo un’occhiata a qualche norma operativa, dunque: stando a quanto lasciato trapelare dalla stessa azienda la collaborazione con Space Experience “sarà avviata a partire dai prossimi mesi”, e andrà a seguire “le lunghe e complesse fasi che caratterizzano il contesto aerospaziale e vedrà una forte sinergia tra il reparto Ricerca & Sviluppo di Damiano e i professionisti di Space Experience”. Occorre, in altre parole, pazientare ancora un poco: mentre nello spazio attendono l’arrivo della frutta secca, però, possono consolarsi con la pasta Barilla.