Secondo i dati rivelati da Legambiente nel rapporto “Stop Pesticidi” (presente anche su YouTube) e realizzato insieme ad Alce Nero, in più del 70% dei campioni di frutta esaminata erano presenti pesticidi (si parla di residui di pesticidi).
Il report parla chiaro: risulta regolare e privo di pesticidi solamente il 52% dei campioni analizzati, un risultato non ottimale che crea timori sulla possibile presenza i prodotti fitosanitari sia negli alimenti che nell’ambiente.
Analizzando i dati negativi, salta fuori che i campioni “fuorilegge” non superano l’1,2% del totale, ma il 46,8% dei campioni regolari presenta comunque uno o più residui di pesticidi. Per quanto riguarda la frutta, ecco quali sono i prodotti a cui fare più attenzione:
- uva da tavola: 89,2%
- pere: 85,9%
- pesche: 83,5%
Se si vanno, poi ad analizzare i campioni esteri, le bacche di goji risultano contenere ben 10 residui, mentre il tè verde 7 residui. Nel documento, poi, vengono esplicitati quali siano i pesticidi più comuni negli alimenti in Italia:
- Boscalid
- Dimethomorph
- Fludioxonil
- Acetamiprid
- Pyraclostrobin
- Tebuconazole
- Azoxystrobin
- Metalaxyl
- Methoxyfenozide
- Chlorpyrifos
- Imidacloprid
- Pirimiphosmethyl
- Metrafenone
Nella maggior parte dei casi si tratta di insetticidi e fungicidi che vengono utilizzati in agricoltura. Come sempre, in questi casi, bisogna vedere però anche se tali residui superino o meno i limiti consentiti dalla legge.