L’agricoltura biologica europea sta vivendo un periodo di grande favore e crescita: negli ultimi anni il settore ha registrato una crescita sia nel fatturato (37,4 miliardi di euro –
+18% rispetto al 2018) che nella quantità di terreni dedicati a questa tipologia di coltura. E l’Italia non è certo da meno: basti pensare alla recente approvazione del DDL per lo sviluppo e la tutela del biologico sul territorio nazionale o, più semplicemente, dare un’occhiata ai consumi di frutta e verdura, che nel 2021 hanno toccato le 340 mila tonnellate.
È quanto emerso dai dati presentati nella giornata di oggi, martedì 5 aprile, a FruitLogistica, dove sono presenti più di 30 aziende dell’ortofrutta italiana. Inoltrandoci in questa selva di numeri spicca immediatamente il ruolo delle arance, che dominano il podio dei consumi con un mercato da 43 mila tonnellate, seguono poi le banane (40 mila) e le mele (39 mila); mentre limoni, ciliegie, albicocche e mandarini sono i prodotti con la maggiore produzione biologica sul totale della produzione. Più generalmente, l’Italia ha fatto segnare un incremento del 10% a valore, passando da 679 a 733 milioni di euro.
Sintomo di un mercato sano e in crescita, certo, ma forse ancora acerbo se paragonato a quello tedesco: le tonnellate di ortofrutta biologica giunte sui tavoli della Germania, infatti, sono ben 811 mila, che hanno mosso un valore di mercato da oltre 2,9 miliardi di euro. Al primo posto della classifica dei consumi bio pro-capite, tuttavia, troviamo la Danimarca: qui, frutta e verdura rappresentano circa un terzo del mercato biologico complessivo, con una spesa per singolo cittadino di 384 euro e una stima di crescita del 10% su base annua.