Non filtrate, non pastorizzate, non imbottigliate; figlie di laboratori dove sopravvive la tradizione brassicola dell’epoca pre-industriale. Parliamo delle birre di Franconia, regione a nord della Baviera, per l’occasione “migrate” in quel di Roma. Quale occasione? FrankenBierFest, ovviamente: l’unico evento italiano durante il quale possibile assaggiarle direttamente, in condizioni ideali, selezionate e servie con attenzione filologica.
La Franconia è la regione tedesca con il più alto numero di microbirrifici al mondo per chilometro quadrato, con più di 300 birrifici attivi. La maggior parte di questi, poi, sono a conduzione familiare e servono appena la comunità locale. Un mondo a mosaico, di tradizione – quella vera: zero retorica, qui – e unicità.
Ma come funziona FrankenBierFest?
Largo alle norme operative, dunque. Le mappe indicano Roma, e più precisamente la Limonaia di Villa Torlonia; il calendario il fine settimana che va dall’11 al 13 di aprile. E sul “palcoscenico”, per così dire, le birre della Franconia: prodotte in impianti secolari, in rame, senza pastorizzazione. senza gasatura forzata, senza bottiglia.
Trattasi, come accennato, di produzioni piccole e spesso al limite dell’irriperibile, con identità nitide. Ci sono le Kellerbier, letteralmente “birre di cantina”: l’identikit recita bassa fermentazione, abito torbido, poco gas e importante corredo aromatico. Come suggerisce il nome, queste produzioni vengono fatte maturare nei tunnel scavati sotto le colline, dove la temperatura costante permette una maturazione naturale.
Tra gli altri stili c’è quello delle Rauchbier, affumicate provenienti da Bamberga (fulcro della produzione brassicola francone); e ancora le Helles chiare, leggere e maltate; le Dunkel, scure, morbide e tostate; le Pils e le Bock stagionali; e poi quelle definibili come “la birra del paese” – produzioni tanto piccole e legate all’aria di casa da non avere nemmeno un nome commerciale.
A curare la selezione Manuele Colonna, da anni “padrino” del FrankenBierFest e impegnato nel progetto BierKultur, volto proprio a far conoscere in Italia queste birre introvabili, costruendo relazioni dirette con i birrai dei piccoli villaggi tedeschi: per l’appello dei presenti vi rimandiamo direttamente alla lista completa dei birrifici presenti. E non temete, c’è anche una proposta food (rigorosamente francone, beninteso).
L’ingresso è libero, ma il primo cambio di gettoni, comprensivo di bicchiere celebrativo, Guida ai Birrifici e un gettone omaggio, vi costerà 6 euro. Da lì in poi ogni gettone varrà un euro; l’assaggio sarà a un gettone, lo Schnitt (la mezza birra, da 0,3 cl) a 3, il boccale pieno a 6.