La Franciacorta, già ospite della Rossa da tre anni a questa parte, diventa Sparkling Wine Partner esclusivo per le cerimonie della Guida Michelin negli Stati Uniti. Che significa? Che nelle prossime edizioni a stelle e strisce, a partire da quella dedicata alla California, gli ospiti potranno degustare le bollicine prodotte in questo angolo dello Stivale, mentre gli chef premiati le “useranno”, per così dire, per brindare direttamente sul palco. Raddoppia la partnership, in altre parole: abbastanza da influenzare i prossimi macaron?
Puntare il dito? No, certo che no: è che più semplicemente, o forse più banalmente, una parte del nostro mestiere è anche collegare cose lontane tra loro e quindi, e dunque ecco che ci chiediamo se tale “partnership raddoppiata” non possa finire per agevolare in qualche modo il territorio in questione.
Tutti i dettagli della nuova partnership tra Franciacorta e Guida Michelin
Vogliamo dire, è evidente e legittimo che quella in rosso sia una vetrina ambita; ed è pertanto comprensibile che Franciacorta, già – come accennato – forte di un’ospitalità che dura da tre anni, abbia voluto rinnovare vigorosamente la stretta di mano anche e soprattutto declinandola come strategia di marketing.
Allo stesso modo vale la pena sottolineare come, di anno in anno, la cerimonia che incolla allo schermo gastrofighetti e non abbia reso palese a tutti come l’obiettivo per antonomasia dagli chef che hanno dedicato la propria carriera (o meglio cucina: al bando la solennità) sia per l’appunto la stella. Tra parentesi: chi sostiene il contrario mente o obbedisce alla legge del bastian contrario. Gli indizi sono molti e vari: cuoco stellato, ristorante stellato, cucina stellata – binomi per indicare una categoria intera, com’è noto.
Da qui il nostro – più o meno innocuo – due più due, o pensiero, o ancora ipotesi: che il marketing possa finire per “contagiare” la competizione, seguendo quell’antico adagio che vuole che a un favore segua un favore o, più banalmente, che tra amici ci si dia una mano a vicenda.
Al netto di ogni retorica ventosa da comunicato stampa, c’è un passaggio che può essere interessante tra le parole di Silvano Brescianini, presidente del Consorzio della Franciacorta Docg: “Siamo una piccola denominazione con una produzione limitata” ha spiegato “e all’estero puntiamo sulla grande ristorazione di qualità che ci può aiutare a raggiungere un consumatore attento all’eccellenza enogastronomica”.
In questa ottica, “l’accordo con Guida Michelin negli USA può favorire un rapporto privilegiato con sommelier e wine directors dei ristoranti stellati facendoli appassionare a Franciacorta così che possano raccontare e far degustare i nostri vini ad un numero sempre più ampio di consumatori”. Dunque nulla di personale, rassicura: una questione di affari.