Niente più piatti, tazze, forchette, cucchiai, coltelli e contenitori usa e getta nei fast food francesi. La misura, che raccoglie al suo interno sia uno spiccato simbolismo che un concreto strumento di lotta ai rifiuti, potrebbe di fatto stravolgere un modello di business che si basa sul consumo frenetico, raffazzonato, comodo e conveniente ma anche “sporco” e nemico dell’ambiente. Si stima, stando a quanto riportato da France24, che i circa 30 mila fast food distribuiti sul territorio della Francia servano una media di sei miliardi di pasti ogni singolo anno, generando nel frattempo una montagna di rifiuti con un peso di circa 180 mila tonnellate.
Divieto agli usa e getta: l’ultimo capitolo della lotta francese allo spreco
“È una misura emblematica che, se correttamente implementata, farà una differenza molto concreta per le persone” ha dichiarato a tal proposito Moira Tourneur dell’organizzazione no-profit Zero Waste France. “Non c’è alcuna ombra di dubbio: va nella direzione giusta”. Attenzione, tuttavia: sarebbe facile lasciarsi prendere dal limpido ottimismo delle organizzazioni ambientaliste e pensare che la misura sia stata accolta in maniera positiva e unanime; ma naturalmente non è così.
È un po’ come la questione della cosiddetta tassa sui rutti introdotta in Nuova Zelanda, che puntava a tamponare con la bacchetta del dollaro le emissioni degli allevamenti intensivi (e non solo): la comunità ambientalista (e quella scientifica) l’hanno accolta con grande favore, gli allevatori locali… Beh, un po’ meno.
La legge francese ha infatti attirato le critiche dell’European Paper Packaging Alliance (EPPA), che sostiene che la maggior parte dei contenitori monouso siano di fatto realizzati con risorse rinnovabili e hanno un tasso di riciclaggio dell’82% in tutta l’Unione europea; e che la produzione e il lavaggio di oggetti più durevoli rappresenti un consumo maggiore di acqua ed energia, vanificando l’impatto positivo del divieto.
Nel frattempo le conseguenze, per i fast food d’Oltralpe, vanno ben oltre la semplice chiave logistica: molti lavoratori hanno raccontato che per i clienti gettare via posate o piatti è ormai un gesto meccanico, abitudinario. “Sarà molto complicato” ha spiegato a tal proposito Maria Varela, manager di un McDonald’s parigino; raccontando di aver assunto una nuova lavapiatti e una manciata di dipendenti in più che si occuperanno di spiegare ai clienti che piatti, forchette e coltelli non vanno più gettati nella spazzatura.
“Tutto ciò che era in cartone ora è in plastica riutilizzabile” ha aggiunto Varela. “Abbiamo dovuto ripensare tutto in cucina, separare il cibo da asporto dagli ordini in loco, creare un nuovo spazio di archiviazione… È complicato, sia al bancone che al servizio al tavolo”.