Se andiamo in Francia, un ottimista Emmanuel Macron ha annunciato l’avvento della “terza rivoluzione agricola” parlando dei suoi piani per migliorare il settore dell’agricoltura nel paese.
Perché ottimista? Beh, perché per un governante della Francia parlare di “rivoluzione”, visti i precedenti del popolo francese con rivoluzioni, governanti e affini, potrebbe non sempre avere gli esiti che ci si aspetta.
Scherzi a parte, Emmanuel Macron, da poco riconfermato alla guida della Francia, ha spiegato quali siano i suoi piani per rilanciare l’agricoltura, settore in forte declino soprattutto fra i giovani.
Prima di tutto bisogna garantire il ricambio generazionale. Per far questo spingerà l’assunzione di 20mila giovani all’anno nel settore (al momento si è fermi a 12-14mila). Non è che abbia proprio specificato quello che farà, ma si ipotizza che verrà creato un disegno legge ad hoc per facilitare l’accesso alla terra per i giovani contadini. E si parla anche di sistemi di sostegno per l’insediamento, anche se Benoit Biteau, eurodeputato dei Verdi, non è molto convinto della cosa: secondo lui, finché il governo distribuirà gli aiuti per unità di superficie, ecco che verranno favorite solamente le grandi strutture.
Per quanto riguarda la “terza rivoluzione agricola” (attento Macron, le rivoluzioni in Francia non finiscono sempre bene), si concentrerà sulla sostenibilità, sul digitale, sulla robotica e sulla genetica. Magari sfruttando anche il piano di investimenti Francia 2030, quello da 30 miliardi di euro. Questa rivoluzione, secondo Macron, permetterà di allontanarsi da alcuni pesticidi e pratiche in modo da migliorare la qualità di vita e la produttività.
Tuttavia questa volta sono gli ambientalisti come Greenpeace a non essere d’accordo: con questo sistema, secondo loro, si continua lungo la strada deleteria dell’industrializzazione dell’agricoltura.
Ovviamente Macron ha poi anche parlato dei cambiamenti climatici, promettendo che nel suo nuovo mandato ci sarà spazio anche per la pianificazione ecologica. Uno degli obiettivi chiave sarà quello di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, rispettando così gli impegni presi nel 2017. Ma riuscirà a rispettare il premier francese la strategia Farm to Fork del Green Deal eurpeo e a ridurre del 50% e del 205 rispettivamente l’uso dei pesticidi e dei fertilizzanti entro il 2030? Macron mette già le mani avanti: questi obiettivi sono stati fissati prima dello scoppio della guerra fra Russia e Ucraina, adesso la situazione è cambiata e saranno da rivedere (aveva già spiegato in precedenza che la guerra avrebbe avuto lunghe conseguenze per l’agricoltura francese).
Infine Macron dovrebbe adottare la versione finale del piano strategico nazionale per la riforma della PAC, dovrà capire come proteggere i redditi degli agricoltori e come attuare le clausole per quanto riguarda le importazioni agricole e i buoni alimentari per le famiglie a basso reddito. Dovrà anche vietare in qualche modo l’uso del pesticida glifosato: avrebbe dovuto farlo entro il 2020, ma non era riuscito a rispettare le promesse fatte.