Negli ultimi dieci anni, in Francia, il numero di allevatori di mucche da latte che (oltre a mungerle) ricorrono all’inseminazione artificiale è quadruplicato: è quanto emerge dai dati forniti dall’Institut de l’élevage, che sottolinea come nel 2020 ne siano state registrate 800 mila contro le circa 200 mila del 2010.
Vero, la stragrande maggioranza delle installazioni di seme sono ancora effettuate da imprese specializzate, ma è innegabile che la loro attività è in diminuzione. La pratica è diffusa in particolar modo nelle grandi mandrie, dove c’è maggiore disponibilità di manodopera e più necessità di essere efficienti e autonomi nei lavori, e non incide affatto sulla fertilità delle mucche o nelle strategie di incrocio. “La ricerca di autonomia e fluidità nell’organizzazione del lavoro sono gli obiettivi degli allevatori”, ha commentato a proposito Sandra Dominique, esperta dell’Institut de l’élevage. “Diventare un allevatore inseminatore richiede un investimento significativo all’inizio del processo, diluito con le dimensioni della mandria”.