Cinquecento mila immigrati? Sì, no, forse. Pare che le parole di Francesco Lollobrigida, il nostro ministro dell‘Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, siano abitate da una inconfondibile indecisione di fondo, una necessità di trovare le parole giuste che lo porta a mordersi la lingua e a compiere una di quelle retromarce che lasciano il bocca l’amaro sentore di aver dato un po’ troppo fiato alle trombe. Ci stiamo riferendo, naturalmente, ai suoi più recenti commenti riguardo la questione immigrazione, un tema recentemente scaldato dalla tragedia avvenuta sulle coste calabresi: “Noi quest’anno lavoreremo per fa entrare legalmente quasi 500.000 immigrati legali”.
Francesco Lollobrigida: tra crisi della manodopera in agricoltura e tiri aggiustati
Parole che lasciano poco spazio all’interpretazione, si direbbe. “Questo può essere organizzato anche attraverso accordi multilaterali e bilaterali per sostenere l’immigrazione legale” ha poi aggiunto lo stesso Lollobrigida durante un punto stampa a margine dei suoi incontri in quel di Bruxelles. “Lavorare sui flussi è la strada giusta” ha continuato “noi abbiamo un piano flussi disatteso da anni che può essere una buona occasione per quelli che vogliono venire in Italia legalmente e in sicurezza”.
C’è una parola, tuttavia, che pare averlo fatto inciampare, ricredersi, aggiustare il tiro – il termine “piano”. Non c’è piano, si corregge il nostro ministro, non c’è mai stato! Diamo un’occhiata a una serie di sue dichiarazioni più recenti ancora: “Leggo alcune notizie stampa secondo le quali avrei annunciato un piano del Governo per far arrivare in Italia circa 500mila migranti regolari” ha dichiarato. “In realtà non ho mai parlato di alcun piano, perché non esiste alcun piano in merito”. Eh già: c’è una doverosissima precisazione da fare.
“La cifra da me indicata e riportata dai media si riferisce al numero di richieste di ingressi sul nostro territorio nel settore della produzione, nei trasporti, in agricoltura, nel terziario e via così” continua Lollobrigida. “Non abbiamo dunque aggiunto nulla rispetto a quanto già noto da mesi, in un contesto italiano nel quale esistono offerte di lavoro in settori strategici messi in crisi anche da provvedimenti come il reddito di cittadinanza. Abbiamo sottolineato che il contrasto all’immigrazione irregolare è ancor più necessario proprio perché nemico di quella regolare”.
Il ministro non ha tutti i torti: l’allarme manodopera squilla puntuale ogni anno – “Rischiamo di lasciare i raccolti nei campi”, tuonavano i rapporti coldirettiani estivi -, e la stoccata al reddito di cittadinanza era evidentemente troppo golosa per lasciar perdere. “Quello che va fermato sono le partenze per fermare i morti” ha poi concluso Lollobrigida. “Abbiamo accolto più migranti di ogni altro, ma ora porsi è necessario porsi il problema a livello europeo, Non è possibile che una sola nazione si faccia carico del problema“.