Si è tenuta a Cordova una riunione informale dei ministri dell’Agricoltura dell’Unione Europea. Ovviamente all’incontro ha partecipato anche Francesco Lollobrigida, il ministro dell’Agricoltura e tutte cose. Il quale si è premurato di sottolineare come il nostro governo vieti il cibo in laboratorio, ma che non siamo contrari alla ricerca.
Francesco Lollobrigida dice tutto e il contrario di tutto
Scomodando niente meno che Seneca, Lollobrigida ha esordito a Cordova con la citazione: “Tutti sanno fare i timonieri quando il mare è calmo. Oggi il mare non è calmo”. Da lì il suo discorso ha toccato diversi punti, con affermazioni e prese di posizione a volte contrastanti fra di loro.
Si è partiti con il concetto di sovranità alimentare che, per Lollobrigida, deve essere un principio da perseguire in modo da poter garantire gli approvvigionamenti e la libertà. Secondo il ministro, questo nostro modo di vivere può diventare un modello per poter garantire cibo di qualità a tutti.
Lollobrigida ha poi continuato sostenendo che non può esistere una visione ideologica che metta in contrasto fra di loro gli allevatori, i pescatori e gli agricoltori, da Lollobrigida considerati i primi ambientalisti del pianeta (anche se proprio fra costoro c’è chi ha proposto di riportare in auge la pesca a strascico!), con la natura, il rapporto che hanno con la terra e con le produzioni che difendono.
In quest’ottica Lollobrigida parla anche della lotta al contenimento di specie che sono in soprannumero. Fra le altre cose, va regolata la presenza degli ungulati. La peste suina è un problema che non riguarda solamente alcune Nazioni, ma che rischia di diventare pandemica. Per questo motivo Lollobrigida ha proposto di affrontare la PSA con razionalitù e pgramatismo, senza approfittare delle criticità registrate da un singolo Stato.
E qui arriva l’enunciato più controverso. Collegandosi a quanto detto prima, Lollobrigida ha ribadito che l’Italia ha scelto di vietare la produzione, l’importazione e la commercializzazione di prodotti coltivati in laboratorio (almeno non ha parlato di “carne sintetica”, ringraziamo di ciò). Lollobrigida ha sottolineato orgogliosamente che l’Italia sarà la prima nazione a vietarla, salvo poi affrettarsi a proclamare che l’Italia non rifiuta mica la ricerca.
Il ministro si è giustificato sostenendo che l’innovazione e le tecnologie sono lo strumento per raggiungere la sicurezza alimentare basata sulla qualità. In tale ottica, il Parlameno italiano ha approvato investimenti sulla ricercain tecnologie di evoluzione avanzata in modo da poter garantire le produzioni avendo maggiori risultati qualitativi e diminuendo il consumo di suolo.
Non vorrei sottolineare che la cosa poteva già essere fatta con la carne coltivata in laboratorio, di cui buona parte delle ricerche sono già state sostenute da altri laboratori all’estero e da svariate start-up, già bella che pronta per l’uso.