In tanti stanno gioendo e dandosi pacche sulle spalle per quanto riguarda il ritiro della proposta UE in merito al divieto di pesticidi chimici in agricoltura. Gioiscono gli agricoltori della protesta dei trattori, che ascrivono alle loro contestazioni questo ritiro. Gioisce Giorgia Meloni che parla di una vittoria italiana. E gioisce, ovviamente, anche Francesco Lollobrigida. Non gioiscono, invece, api e ambiente, ma nessuno ha pensato di intervistarli.
Francesco Lollobrigida e la storia dei pesticidi
Breve recap su questo travagliato regolamento europeo che, a quanto pare, non s’ha da fare. Allora, la prima volta il Regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi era stato presentato nel giugno 2022. L’idea era quella di dimezzare l’uso dei pesticidi nell’UE entro il 2030. Questa proposta rientrava in toto nella più vasta strategia Farm to Fork, cioè il piano europeo noto come Green Deal e volto a contrastare i cambiamenti climatici.
Ovviamente tale proposta restrittiva non è piaciuta alle lobby dell’agricoltura intensiva e del settore chimico, così nel novembre 2023 diversi paesi, fra cui anche l’Italia, avevano proposto parecchi emendamenti per ridurre questo taglio, togliendo possibilmente anche gli obiettivi nazionali di riduzione. Quindi in realtà la bozza del regolamento era già stata bocciata a novembre dal Parlamento europeo, bloccando così di fatto il dibattito visto che i paesi dell’UE non riescono a mettersi d’accordo.
In questa situazione già critica si sono poi aggiunte le tensioni relative alla protesta dei trattori ed ecco che la proposta è stata infine ritirata. Facendo felici tutti i paesi che si erano opposti, dunque anche l’Italia.
A tal proposito Francesco Lollobrigida ha ribadito che la posizione del governo rimane quella di limitare ulteriormente gli agrofarmaci solamente quando si è in grado di proteggere le produzioni usando metodi alternativi. Il ministro dell’Agricoltura e tutte cose, colui che ferma cose e moltiplica stipendi, ha parlato di un approccio ideologico che avrebbe condotto a un effetto devastante sulle produzioni e avrebbe protetto poco l’ambiente.
Per Lollobrigida il problema è che eliminare “medicine” indispensabili per le piante, le lascerebbe preda di insetti o fitopatie, riducendo o annullando le produzioni. Se questo dovesse accadere e i consumi europei rimanessero quelli di adesso, ecco che all’Europa toccherebbe approvvigionarsi da paesi terzi che, però, non rispettano le regole che noi imponiamo ai nostri agricoltori.
Lollobrigida ha aggiunto che proprio questi paesi terzi producono usando molti pesticidi. In tal modo si peggiorerebbe l’effeto su aria e acqua del pianeta. Dunque cosa propone l’Italia? Di creare piante più forti e resistenti che possano usare meno agrofarmaci. Per Lollobrigida è questa l’unica strada da intraprendere.
Quindi creare piante più resistenti, che necessitino di meno farmaci va bene, ma creare carne coltivata di laboratorio che necessiti di meno farmaci no?