Francesco Lollobrigida difende la ministra Rocella paragonando le attiviste di “Non una di meno” ai nazisti

Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida paragona la protesta pacifica contro la ministra Eugenia Roccella, al Salone del Libro di Torino, alle censure naziste.

Francesco Lollobrigida difende la ministra Rocella paragonando le attiviste di “Non una di meno” ai nazisti

Ci abbiamo pensato un po’, prima di scrivere il titolo di questa news. Sembrava impossibile che Francesco Lollobrigida avesse davvero paragonato ai nazisti gli attivisti di “Extinction Rebellion” e “Non una di meno” che hanno contestato la ministra Eugenia Rocella al Salone del Libro di Torino. E invece, il ministro dell’Agricoltura ci ha davvero regalato un’altra delle sue perle di rivisitazione storica, ed è bastato un tweet per farlo. Centosedici caratteri – spazi compresi – per consegnare agli annali un’enormità storica, una lettura falsata delle pagine più buie della contemporaneità mondiale, l’ennesima dichiarazione assurda di un ministro che parla di “sostituzione etnica” salvo poi ammettere la sua ignoranza sull’argomento. Non avevo letto, non sapevo, mi dispiace.

E chissà se ha letto quel che è successo al Salone del Libro, o quel che successe nei Bücherverbrennungen del 1933, quando i nazisti misero al rogo decine di migliaia di libri – un gesto senza precedenti, quantomeno in quelle dimensioni – di autori giudicati non conformi alla linea politica tedesca. Perché sembra che anche in questo caso non l’abbia fatto, prima di scrivere sul suo account twitter che “Impedire di presentare un libro è come bruciarlo riportando alla mente i peggiori episodi della storia dell’umanità”.

Cosa è successo al Salone del Libro di Torino

L’episodio a cui fa riferimento Lollobrigida è la contestazione avvenuta a Torino, dove in questi giorni è in corso il Salone Internazionale del Libro. Fra gli ospiti, anche la ministra alla Famiglia, alla Natalità e alle Pari Opportunità Pari Opportunità Eugenia Roccella (quella secondo cui “Purtroppo l’aborto è una libertà delle donne”), venuta a presentare il suo libro “Una famiglia radicale”. Libro che in effetti non è riuscita a presentare – almeno non come avrebbe voluto: la sua conferenza è stata infatti interrotta da un gruppo di contestatori e militanti.

La ministra ha raccontato poi come una delle attiviste sia salita sul palco per leggere un proclama, e come lei l’abbia invitata al dialogo, impedendo alla polizia di portare via i manifestanti. “Non potrei accettarlo – ha detto Rocella – perché io ho un passato in cui venivo portata via ai sit-in e non voglio che questo succeda”. Anche il direttore del Salone Nicola Lagioia è intervenuto, invitando i ragazzi al dialogo. “È un gioco democratico e la democrazia contiene anche la contestazione per cui non perdiamo questa occasione di dialogo. Mandate un vostro delegato a discutere con la ministra. Anche in politica si fa così. State manifestando pacificamente, adesso cercate un dialogo”, ha detto, incontrando comunque il rimprovero della ministra, secondo cui “l’aggressione subita” non è stata gestita con la necessaria determinazione e condanna.

A raccontare la vicenda sui social è stato lo stesso Nicola Lagioia, spiegando di aver invitato i contestatori al dialogo, che però non hanno accettato (“Chi contesta, purché in modo non violento, decide come contestare”, scrive Lagioia su Instagram). All’improvviso, prosegue Lagioia, la deputata di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli (“la quale evidentemente pretendeva che dicessi quello che voleva lei”) ha iniziato ad aggredirlo verbalmente al grido di “vergogna, vergogna”. “A quel punto, pieno di imbarazzo per lei, sono sceso dal palco dove tra un po’ dovevo evitare che la deputata mi si scagliasse addosso”.

 

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Anche la presidente Giorgia Meloni è intervenuta sulla questione, commentando in una nota che “Quanto accaduto oggi al Salone del Libro di Torino è inaccettabile e fuori da ogni logica democratica. Altrettanto inaccettabile è l’operazione dei soliti noti di capovolgere i fatti, distorcendo la realtà”. Forse avrebbe dovuto spiegarlo anche al suo ministro dell’Agricoltura, per cui una contestazione (pacifica, per quanto lunga, scomoda e rumorosa) riporta alla mente chi dei libri faceva un rogo.