I soldi dell’Europa? Un affare raffazzonato, impreciso, approssimativo; generato da una frenesia di fondo che non poteva che rivelarsi deleteria. Ci stiamo naturalmente riferendo al Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza varato dal nostro caro vecchio Stivale nl contesto del programma europeo Next Generation Eu; e delle parole pronunciate a tal proposito del neoministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida. Un’opinione, quella del nostro ministro, che non lascia scampo al dubbio: il Pnrr s’aveva da fare, non c’è ombra di dubbio, ma è stato generato “in fretta e furia per spendere e a volte per non farlo bene”.
Francesco Lollobrigida: le inadeguatezze del Pnrr
“In ogni ministero riscontriamo che ci sono misure fatte per utilizzare i fondi ma non in maniera adeguata” ha commentato Lollobrigida. “All’Ue chiediamo, con un confronto attento, di potere rimodulare le risorse e i tempi rispetto alle vere domande dei territori e delle imprese ed è quello che stiamo cercando di fare con qualche risultato positivo”. I più scettici s’appelleranno alla saggezza popolare e bolleranno i commenti del neoministro del governo di Giorgia Meloni con un bel “eh, col senno di poi sono tutti buoni”; ma è comunque innegabile che le necessità di investimento possano cambiare e mutare nel corso del tempo e che l’ultimo anno in particolare sia stato stravolto da numerosi e inaspettati “colpi di scena” – uno su tutti, naturalmente, lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina. D’altro canto, come avremo modo di vedere, le autorità europee non sembrano aver preso bene le modifiche proposte, il che ci fa mettere in questione la loro efficacia effettiva.
Non manca ovviamente la stoccata a quelli dell’altra parte, che d’altronde ci sono i Mondiali in corso e il tifo va sempre di moda. “Era un tabù demagogico modificare il Pnrr, ma solo per la sinistra” ha aggiunto il ministro dell’Agricoltura. La posizione di Lollobrigida, di cui abbiamo ampiamente parlato su queste pagine in riferimento alle sue idee sul cibo sintetico, è in ogni caso condivisa da anche altri esponenti del governo, come Matteo Salvini, Gilberto Pichetto Fratin e per certi aspetti anche Raffaele Fitto, citato appena una manciata di giorni fa dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso: “Stiamo valutando, lo sa bene il ministro Fitto che è il fronte del contatto con la Commissione europea, la possibilità di chiedere a Bruxelles una revisione parziale del Pnrr, o comunque di alcuni suoi target così da liberare da subito risorse in favore delle imprese”.
La Commissione europea, tuttavia, non sembra aver preso bene il vento del cambiamento. “Non faremo partire le nuove somme se il governo non proseguirà l’implementazione e la buona collaborazione che avevamo col governo precedente” ha commentato a tal proposito Eric Von Breska, direttore della task force sui Piani nazionali di ripresa e resilienza dei vari Paesi. Insomma, staremo a vedere: in ballo c’è il terzo assegno da 19 miliardi.