Una partita di fragole compromesse dalla presenza di muffa consegnata presso una scuola del Cremasco, e dunque originariamente destinata agli alunni. Consegnata da parte di chi, chiedete? Semplice: da parte dello stesso ministero dell’Agricoltura, come parte del progetto “Frutta e Verdura a scuola”. Progetto dal nome più che eloquente, capirete: ma che è andato storto?
Stando a quanto riportato dai colleghi de Il Fatto Quotidiano le collaboratrici dell’istituto scolastico in questione – una scuola primaria il cui nome non è stato rivelato -, nel ricevere le cassette consegnate loro dal fornitore lombardo del programma del ministero, avrebbero immediatamente notato che diverse fragole erano “marce e puzzolenti”.
Fragole marce e con la muffa: e se quello del Cremasco non fosse un caso isolato?
Un paio di puntini sulle i, prima di proseguire: il programma in questione, patrocinato per l’appunto dal ministero dell’Agricoltura, ambisce a distribuire “frutta e verdura fresche alle scuole secondo un calendario che tiene conto dei fattori della stagionalità e della varietà della fornitura, perché i bambini possano provare nuovi colori e sapori e, più in generale, in un’ottica di educazione alimentare alla sostenibilità”. Obiettivo legittimo, per carità, ma vale la pena sottolineare che il caso del Cremasco stia lasciando intendere qualche incrinatura anche e soprattutto perché, come vedremo, non si tratta della prima volta.
Appena un paio di settimane fa, infatti, dei pomodorini a loro volta forniti dal ministero dell’Agricoltura nell’ambito del medesimo progetto avevano innescato un’intossicazione alimentare per 132 bambini e sette diversi docenti di istituti scolastici nel Modenese. Ora le fragole con la muffa, e badate bene: il fatto che la Lombardia intera, nel contesto del programma del ministero, faccia affidamento su di un solo distributore potrebbe significare che nel futuro prossimo vedremo anche altri casi affini.
Ma torniamo a noi, e al caso del Cremasco: le collaboratrici scolastiche, notata l’anomalia, si sono viste costrette a gettare via tutte le confezioni di fragole consegnate in quanto, stando a quanto lasciato trapelare, la muffa aveva già contaminato più della metà di quelle che sembravano non ancora avariate, rendendo potenzialmente pericoloso il consumo. Si è trattato della prima volta in assoluto che nella scuola in questione venivano consegnate delle fragole che, per loro natura, possono andare incontro a una rapida maturazione se non conservate in maniera corretta.
Raccogliere i casi appena raccontati – quello delle fragole con la muffa nel Cremasco, e quello dei pomodorini nel Modenese – e sentenziare che il progetto del ministero sia un flop sarebbe forse peccare di severità. D’altro canto, l’impressione è che la gestione e il controllo della frutta (e potenzialmente anche della verdura, beninteso) consegnata nelle scuole necessiti di un deciso miglioramento: senza di questo, il progetto rischia di rimanere una iniziativa forse solenne, ma certamente gonfia di bene parole piene di vento.