La birra australiana Foster, pressoché scononsciuta in Australia, è pronta finalmente a investire sul mercato locale del proprio paese.
Un caso pressoché unico di scelta di posizionarsi più all’estero che in patria: in Australia, Foster è davvero poco presente negli scaffali dei negozi e della Gdo e, nel 2015, solo dieci locali l’hanno messa tra le scelte di birra alla spina.
Ora però il marchio ha deciso di rilanciarsi localmente, aumentando la produzione a Melbourne del 300% nei prossimi mesi. Il birrificio Carlton e United Breweries, ora di proprietà del colosso giapponese Asahi, ha deciso di fare concorrenza battendo i competitor sul prezzo. Trenta lattine di Foster saranno vendute al dettaglio a 53 dollari, mentre i concorrenti principali viaggiano sui 59.
Oggi, la birra chiara (che ha una storia di 132 anni e che Asahi ha acquisito da Anheuser-Busch InBev all’inizio di quest’anno), è distribuita in Europa, Stati Uniti e Regno Unito, dove è la seconda birra più popolare della nazione.
Ma il pubblico australiano sembra avere gusti difficili in fatto di birra: l’industria della birra artigianale australiana vale oltre 800 milioni di dollari ed è cresciuta del 6,2% dal 2015 al 2020, secondo Ibis World, mentre l’industria della birra australiana nel suo complesso è diminuita dell’1,8% nello stesso periodo di tempo.
[Fonte: The Guardian]