Formaggio svizzero: l’import è più dell’export, il settore è in crisi

Per la prima volta, ci sarà più formaggio svizzero importato rispetto a quello esportato: l'opposto, rispetto al passato. Ecco le parole di Pedrini e Beuret.

Formaggio svizzero: l’import è più dell’export, il settore è in crisi

Non era mai accaduto, ed è un primato che nessun Paese vorrebbe: il formaggio svizzero sta attraversando un momento critico perché c’è più import che export. Cosa significa? Vuol dire che il formaggio importato supera quello esportato ed è decisamente un’inversione di tendenza rispetto al passato.

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Suona strano, data la tradizionale storia del formaggio svizzero che ha vinto persino i World’s Cheese Awards 2022. Per quanto grave, la cosa non arriva come un fulmine a ciel sereno e i motivi sono prevedibili: il consumatore sceglie al risparmio e generalmente nella grande distribuzione. In più, recentemente la Svizzera ha perso importanti battaglie sulla tutela dei propri marchi. Insomma, la situazione non è delle migliori.

La situazione

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Sono tante le difficoltà, aggravate dalla moneta che rende i prodotti svizzeri meno concorrenziali: questo fattore si ripercuote tanto sui grandi produttori lattiero-caseari tanto sui caseifici più piccoli. Il prezzo si riflette trasversalmente anche in altro modo: dopo essere cresciuta durante la pandemia, la domanda interna è crollata a picco a livelli ancor più bassi rispetto al pre-Covid. Quindi, la qualità è messa da parte in favore dell’economia.

L’Unione contadini ticinesi

Il presidente dell’Unione Contadini Ticinesi, Omar Pedrini, sostiene su Ticinonews che “i cittadini risparmiano e la grande distribuzione guadagna. Un’inversione di tendenza prevedibile, e a determinare questo cambiamento è il fattore prezzo. L’importazione di latticini permette da una parte al cittadino di spendere meno e dall’altra alla grande distribuzione un maggior margine di guadagno”.

Prosegue con un’opinione amara: “la produzione di latte è una di quelle produzioni che maggiormente valorizza il nostro territorio e per la Svizzera è sempre stato il fiore all’occhiello, sia a livello di qualità sia di quantità. Purtroppo la politica agricola in generale e tutte le pressioni pseudo ambientali stanno mettendo in crisi un intero settore, non solo la produzione lattiera. Le trasformazioni del latte sono costose per i produttori, questo fa alzare i prezzi dei prodotti che il consumatore troverà negli scaffali e quelli d’importazione vincono“.

La PSL – i Produttori di latte svizzeri

Non mancano l’opinione dei Produttori di Latte Svizzeri (PSL), associazione che ha appena nominato Boris Beuret come nuovo presidente – gestore svizzero-romando di un’azienda agricola. Il nodo cruciale è che gli svizzeri mangiano più formaggio, ma il numero di allevamenti diminuisce. Quindi, i costi di produzione aumentano e non sono coperti dal prezzo del latte. Tale problema è emerso anche a seguito di un’inchiesta esclusiva di Le Temps e Heidi.news: rivelava gli altissimi margini realizzati da Migros e Coop, su una gamma di prodotti lattiero-caseari. Per Beuret, “le esportazioni lattiere diminuiscono due volte più rapidamente rispetto agli altri rami agricoli”.

Fonte: Le Temps e Ticinonews