Report stasera parlerà dei formaggi italiani, svelando una lista di quelli che in realtà usano latte straniero. Non solo parmesan et similia, evidentemente: a sporcare il buon nome del formaggio italiano, a quanto pare, ci sono anche marchi più e meno noti, che mettono in vendita nei negozi e nei supermercati presunti formaggi italiani, utilizzando però latte straniero. E se la questione non ci stupisce più di tanto, è perché a questo genere di “contaminazioni”, ormai, ci siamo più che abituati.
Report ha scoperto una lista (secretata) in possesso del Ministero della Salute, con i nomi di tutte le aziende italiane produttrici di formaggio che acquistano latte straniero. Già Coldiretti, a giungo 2019, aveva chiesto di visionarla, ma la sua richiesta era stata respinta dal dicastero per “interessi diretti in imprese del settore lattiero caseario”. Ora Report ne è entrata in possesso, ed ecco quali sono i marchi coinvolti:
Cuomo (mozzarelle), con latte proveniente dalla Germania;
Francia (mozzarelle), con latte proveniente dalla Germania;
Galbani, con latte proveniente da Lituania, Spagna, Francia;
Giglio – gruppo Newlat, con latte proveniente dall’Ungheria;
Granarolo, con latte proveniente da Francia, Repubblica Slovacca, Slovenia, Ungheria;
Grana Padano, con latte proveniente da Germania, Polonia, Ungheria;
Parmalat di Collecchio, con latte proveniente da Slovenia, Belgio, Croazia, Ungheria, Repubblica Slovacca, Polonia;
Parmigiano, con latte proveniente dalla Lituania e Lettonia;
Polenghi – gruppo Newlat, con latte proveniente dall’Ungheria;
Torreinpietra – gruppo Newlat, con latte proveniente dall’Ungheria.
Inoltre, dicono dal programma condotto da Sigfrido Ranucci, questa produzione di formaggi con latte straniero verrebbe coperta dichiarando una produzione di latte italiano superiore a quella reale. E soprattutto, come sempre, Report promette di fare nomi e cognomi, mettendo nero su bianco la lista delle aziende che operano in questo modo.
Resta da vedere cosa dirà il programma di Rai Tre svelando la lista dei formaggi sedicenti italiani prodotti con latte straniero: si tratta solo di poca informazione al consumatore o magari, in qualche caso, si può prospettare un’ipotesi di illecito?