I dati di Assolatte parlano chiaro: se nel corso del primo trimestre 2021 l’export dei formaggi italiani ha segnato un +12%, ecco che meno bene vanno i consumi interni.
Durante l’assemblea annuale, Assolatte ha rivelato i dati relativi al settore lattiero-caseario italiano (visto che all’associazione aderiscono 250 imprese, rappresentanti il 90% del fatturato del comparto).
Nel corso del 2020, nelle aziende lattiero-casearie italiane hanno lavorato più di 100mila addetti, inclusi personale diretto e indotto. Le aziende hanno raccolto più di 12,6 milioni di tonnellate di latte, producendo:
- latte confezionato: 2,2 miliardi di litri
- yogurt: 267 milioni di kg
- burro: 159 milioni di kg
- formaggi: 1,1 miliardi di kg
A proposito dei formaggi prodotti, il 50% era inerente le Dop, così suddivisi:
- Mozzarella: 29%
- Grana Padano: 18%
- Parmigiano Reggiano: 14%
- Gorgonzola: 5%
- Mozzarella di Bufala Campana: 5%
- Crescenza: 4%
- Provolone: 2%
Andando a vedere i volumi di produzione, le principali Dop italiane sono andate bene:
- Grana Padano: 35%
- Parmigiano Reggiano: 28%
- Gorgonzola: 11%
- Mozzarella di Bufala Campana: 9%
- Pecorino Romano: 5%
- Asiago: 4%
- Taleggio: 2%
Paolo Zanetti, presidente di Assolatte, ha spiegato che a destare maggiore preoccupazione sono gli aumenti dei costi di produzione: “La ripresa poggia su tre pilastri: la capacità delle nostre imprese, che per l’ennesima volta hanno dimostrato grande senso di responsabilità e capacità industriali uniche, i fondi del Recovery Fund, che dovranno essere usati per risolvere problemi storici e strutturali del paese, la seria riforma della burocrazia, un male per cittadini e imprese. Un problema che tutti – a parole – sono pronti a combattere, ma che nei fatti nessuno sembra voler risolvere”.
Inoltre fondamentale sarà la lotta contro le fake news e contro l’uso improprio delle denominazioni. E ribadisce il loro deciso no al Nutriscore e a qualunque sistema di etichettatura che finisca col penalizzare gli alimenti semplici e naturali come il latte e i suoi derivati.
Il presidente di Assolatte ha poi parlato anche di sostenibilità, sottolineando come le imprese del settore abbiano investito parecchie risorse in tal senso:
- riduzione dell’impatto ambientale delle produzioni e dei consumi idrici e energetici
- riduzione delle emissioni in atmosfera
- uso di energie rinnovabili
Tuttavia fa sapere che tutto ciò non può ridursi a uno scarico di responsabilità e di costi sull’industria: lo sforzo deve essere corale, con investimenti pubblici importanti e responsabilità partecipata.
E per il 2021? I dati di Assolatte parlano di una produzione in crescita con ottima performance dell’export. Il tasso di crescita delle consegne segna un +3,2%, con un aumento della produzione casearia del +6%. E nonostante i consumi interni abbiano ristagnato, ecco che piano piano stanno tornando ai livelli pre-Covid.
Per quanto riguarda le esportazioni, i volumi sono aumentati del +1% arrivando a quota 463mila tonnellate, pur perdendo il 3% in valore (3,1 miliardi di euro). Il miglioramento dell’export nel corso del primo trimestre 2021 ha segnato un +12%, complici anche la sospensione dei dazi USA e la riduzione delle restrizioni. Andando a vedere le percentuali di export nei vari paesi, ecco le cifre:
- Stati Uniti: +27,3%
- Belgio: +20,8%
- Paesi Bassi: +15,6%
- Francia: +13,8%