Per quanto riguarda il settore dei formaggi, in Italia bisogna ammettere tristemente che l’import vince sull’export. I dati Istat parlano chiaro, non ci sono dubbi: i formaggi italiani, fra gennaio e ottobre 2019, hanno visto crescere l’importazione di 454.805 tonnellate, mentre l’export si è dovuto accontentare di 379.346 tonnellate. Questi dati verranno ribaditi anche durante Formaticum, la grande mostra mercato dedicata alle rarità casearie d’Italia che si terrà a Roma l’8 e il 9 febbraio.
Analizzando tutti i dati, emerge un fatto abbastanza sconfortante: nonostante l’Italia abbia una ricca tradizione lattiero-casearia, finisce con l’esportare meno di quanto importa. E a livello di Unione Europea? Se parliamo dell’Italia come produttore di formaggi, ci piazziamo solamente al terzo posto con 1,3 milioni di tonnellate, pari al 13% del valore totale europeo.
Il primo posto della classifica spetta, invece, alla Germania con 2,2 milioni di tonnellate (22% del totale), mentre al secondo posto abbiamo, ovviamente, la Francia con 1,9 milioni di tonnellate (19%). Andando a vedere, invece, i dati relativi ai consumi, i formaggi sembrano perdere interesse per i giovani: un sondaggio fatto fra ragazzi e ragazze di età compresa fra i 14 e i 20 anni ha evidenziato come il 57% di costoro considi i prodotti lattiero-caseari poco salutari in quanto a alto contenuto calorico.