Il pecorino più grande del mondo arriva dalla Sardegna e ha un peso di 598 chilogrammi.
Il record è stato ufficializzato dal giudice della Commissione Guinness World Record Lorenzo Veltri, che ha convalidato e certificato che “Il Gigante del Cedrino” realizzato a Loculi in provincia di Nuoro in Sardegna è il più grande mai prodotto prima con un peso di 598,50 chili, un diametro di 1,60 centimetri e una altezza di 28 centimetri dopo 14 mesi di stagionatura.
Un riconoscimento importante, che – come sottolinea Coldiretti – è stato ottenuto da ben 4500 litri di latte ed una forma in legno ad hoc di 165 centimetri di diametro e 60 centimetri di altezza.
Un’impresa a dir poco titanica: per trasformare il latte in formaggio, infatti, sono stati coinvolti 50 pastori di Loculi e dei Comuni limitrofi guidati dai mastri casari Pietro Deledda e Luigi Costa che hanno utilizzato 33 calderoni di rame (lapiolos). L’impresa che è il risultato di anni di sperimentazione è targata Comune di Loculi con il sostegno di Coldiretti Nuoro Ogliastra e un segnale importante per la ripresa della pastorizia, dell’agricoltura e del turismo duramente colpiti dalla pandemia coronavirus.
“Un record-simbolo per la Sardegna ed il centro in particolare che abbiamo sponsorizzato fin dall’inizio sostenendo l’iniziativa dell’amministrazione comunale di Locoli – dice il presidente di Coldiretti Nuoro Ogliastra Leonardo Salis –. Per noi ha un valore particolare, visto il ruolo che la pastorizia, soprattutto nel centro Sardegna, rappresenta non solo dal punto di vista economico ma anche sociale, culturale ed identitario”.
Non è ovviamente un caso se questo record è arrivato proprio in Sardegna. La regione conta quasi il 50% delle pecore presenti in Italia con circa 12 mila pastori e tre pecorini riconosciuti dall’Unione Europea con il marchio Dop: il Romano, il Fiore sardo ( il Sardo ed una Igp per l’agnello di Sardegna. La Sardegna – conclude la Coldiretti – è la prima la prima regione del Mediterraneo in cui si pratica l’allevamento degli animali al pascolo (il 70 % della superficie isolana) con le pecore che si nutrono per l’80% dalle essenze foraggere spontanee o coltivate rendendo inscindibile il legame dei pecorini e della carne con il territorio.
FONTE IMMAGINE: LA NUOVA SARDEGNA