In un universo ideale, staremmo tutti qui a raccontarci quanto è figo il Food&Science Festival di Mantova, che dal 17 al 19 maggio racconterà le sfide e le innovazioni del mondo agroalimentare, ma farà anche un passo indietro nella tradizione, fino alle origini della nascita del “food”, quando ancora si chiamava “cibo”.
Un punto di vista differente, che approccia scientificamente ciò che raccogliamo, trasformiamo e mettiamo tutti i giorni sulle nostre tavole. Food&Science Festival torna con una terza edizione di spessore: niente incontri mondani, terreno buono per le pubbliche relazioni; niente cene mondane, terreno buono per acchiappare cuoricini su Instagram. Qui si parla davvero di cultura dell’alimentazione, con oltre duecento eventi tra conferenze, mostre, laboratori e spettacoli.
Già, spettacoli. Danza, scienza e intrattenimento, raccontando magari il mondo agroalimentare ai più piccoli (ad esempio, con lo spettacolo basato sulla fiaba di “Jack e il fagiolo magico”), o ai più grandi (con lo spettacolo “Metamorfosi”, sabato alle 14.30 in piazza Leon Battista Alberti).
Perché se pensate che la scienza, però, è meno divertente del mondo del cibo, è perché non avete visto “The Big Bang Theory”. Gli incontri di Food&Science sono divisi in alcuni format, che sembrano davvero rianimare il mondo (spesso soporifero) delle conferenze. C’è, ad esempio, “il quizzone”, condotto dal comico Francesco Giorda, che permetterà al pubblico di partecipare in tempo reale utilizzando il proprio smartphone,. Ci sono “Le conferenze con degustazione” (dove, finalmente, si mangia) e “la scienza sul divano”, con un divano con le ruote a spasso per la città, su cui avveranno le interviste itineranti agli ospiti del festival.
Insomma, roba giovane, mica un noioso festival accademico.
Format divertente, è vero, ma contenuti che non scherzano per niente. Agricoltori e scienziati, filosofi, storici, sociologi, artisti e persino politici (inaugurerà la manifestazione Gian Marco Centinaio, Ministro delle politiche agricole alimentari ) dialogano sul futuro dell’agricoltura, ma anche sulle sue origini, visto che la parola chiave di questa terza edizione del festival è “Semi”.
Ci sarà ad esempio Luigi Frusciante dell’Università di Napoli, che ha svelato il genoma del pomodoro, oppure Fabio Fornara, dell’Università Statale di Milano, che presenterà al pubblico del festival i risultati di un’importante ricerca fresca di pubblicazione sulla prestigiosa rivista “Nature Plants” nella quale sono stati individuati i meccanismi che regolano la crescita e la fioritura della pianta di riso aprendo alla possibilità di modificare il sistema a piacimento grazie alla genetica molecolare.
Insomma, i migliori cervelli del nostro Paese in tema di cibo, e magari potessimo dire la stessa cosa di alcune cene di gala a cui tutti noi abbiamo presenziato. Ci sono anche gli ospiti stranieri, come Deborah Blum, giornalista, editorialista del New York Times e Premio Pulitzer, direttrice del programma di giornalismo scientifico del MIT di Boston ed autrice best seller: a lei la presentazione del suo ultimo libro, “The Poison Squad”, dove racconta le vicende, spesso tragiche, che hanno incentivato la nascita delle leggi sulla sicurezza alimentare. Ci saranno poi incontri più tecnici, dedicati al mondo della logistica del futuro e della blockchain nella filiera alimentare (per esempio, parlando di tracciabilità e di “etichette intelligenti”) e momenti in cui le scoperte scientifiche verranno applicate alle ricette gastronomiche, come nell’incontro “ostriche grattugiate e cocktail non newtoniani”, dove verranno preparati pop corn con la panna montata, sorbetti istantanei a base di champagne e molto altro, portando sui fornelli un pizzico di scienza. Chissà che non si scopra una nuova frontiera culinaria da cui gli chef possano prendere spunto.
Ma più di tutti, nel programma, c’è un incontro da cui ci sentiamo chiamati in causa: è quello con Dario Bressanini, che spiegherà al pubblico “come parlare di cibo rimanendo brave persone” (sabato alle 14.30 al Teatro Scientifico Bibiena).