Oh, mi tocca ammetterlo –-visto che da innumerevoli lustri scrivo per un giornale concorrente-– ma la Food Issue del Corriere della Sera di oggi è super. Davvero. Non perdetela.
Anzi: approfittate per fare un gesto antico: correte in edicola.
In sostanza sono ottanta pagine di ricette belle e ben fotografate. E fin qui niente di nuovo. Poi c’è una piccola dose di pezzi che lisciano il pelo agli inserzionisti, e questo ci sta (se in misura tollerabile) ché i giornali debbono campare. E anche qui niente di nuovo.
Ma la parte del leone la fanno sei racconti che declinano il cibo secondo altrettante emozioni:
— l’Amore (e come poteva mancare);
— la Nostalgia;
— l’Ambizione;
— la Gratitudine;
— la Paura;
— l’Appartenenza.
Sei racconti scritti da sei scrittori bravi, qualcuno bravissimo: Hanif Kureishi, Tessa Hadley, Filippo Bologna, Francesco Piccolo, Teresa Ciabatti, Lorenzo Marone.
Sono tutti e sei belli. E ricordano, a noi gastro-pornografi, che il cibo è tante cose, non solo fotografare i piatti e postarli.
[E all’improvviso, sfogliando il Corriere, ritrovarsi a discutere con voi di Frank Bruni]
Li ho divorati facendo colazione. Felice per il mio paninetto al prosciutto ma soprattutto per la dimostrazione che i giornali di carta hanno ancora un senso, un passo che il web ancora stenta a prendere. La rete è una centometrista, la carta una maratoneta.
Sull’internet van forte le cose piccole, incisive, veloci. Per le grandi passioni, e per fasciare il pesce, ci vuol ancora la carta.